Per Collina nuovo designatore il problema è solo lo stipendio

Stefano Tedeschi ha sbattuto la porta e ha lasciato gli arbitri senza guida durante le vacanze. L’ha fatto per due motivi: 1) non tollerava le critiche, specie se domestiche, arrivate cioè dalla sua città, Bologna, con tanto di auto della polizia alla porta di casa (per sicurezza) e il pianto spaventato del figlio; 2) non condivideva l’impostazione di Gussoni, presidente Aia, che mirava a utilizzare il maggior numero di arbitri esperti, lasciando da parte i giovani che hanno collezionato troppi errori. Alfredo Cazzola, presidente del Bologna, uno dei più feroci contestatori di Tedeschi dopo Bologna-Juve (gol fantasma accreditato a Zalayeta, rigore di Buffon ignorato da Messina), chiamato in causa dallo stesso designatore, ha stroncato così il gesto: «Non mi sembra il modo migliore di rispondere alle critiche, io chiedevo di elevare la qualità di chi fa quel mestiere ed è pagato per farlo meglio». Tutti d’accordo, si trattava della «persona sbagliata messa nel posto sbagliato».
Con la lettera di dimissioni irrevocabili, recapitata al sito dell’associazione la sera del 23 dicembre, Tedeschi ha posto il problema della sostituzione che Cesare Gussoni deve affrontare in una riunione urgente del comitato nazionale dell’Aia convocata per giovedì a Roma. Da quel vertice deve uscire un nome gradito a Luca Pancalli, commissario straordinario Figc, cui tocca, come prescrivono le norme transitorie (il nuovo regolamento andrà in vigore dal 1° luglio 2007), la nomina del designatore (d’intesa con l’Aia e sentito il parere di Matarrese, presidente della Lega).
Le soluzioni al vaglio sono tre:
1) Gussoni designatore ad interim. L’interessato è spaventato dall’idea. «Per l’amor di Dio, è prematuro fare ogni discorso» è la sua risposta dinanzi all’eventualità cavalcata da Matarrese e da alcuni esponenti dell’Aia. Gussoni ha due complicazioni da superare: dovrebbe scegliere un collaboratore che si occupi dell’addestramento tecnico e che sia di sostegno agli arbitri perdendo di vista l’attività dell’associazione dove si ritrova con un vice, Di Cola, «azzoppato» dal conflitto d’interesse (inchiesta interna legata alle polizze sottoscritte con la Lega dilettanti).
2) Collina designatore. Pierluigi Collina è stato già sentito, telefonicamente. È disponibile. Sulle dimissioni dall’Aia c’è una finestra del regolamento (entro 10 anni il tesserato può chiedere di rientrare) che consente il recupero dell’arbitro della finale mondiale 2002. Su Collina resistono qualche veto incrociato di taluni datati ex colleghi e le perplessità legate alla sua recente attività di commentatore di Sky (da cui incassa un bel contratto). Ma è inutile far finta di niente. Collina è il numero uno del settore, procurargli uno stipendio «alla luce del sole» come chiede l’interessato non è poi una grande impresa per una federazione col bilancio della federcalcio. E inoltre: se in passato hanno versato 500mila euro a Bergamo e Pairetto, sarà pure cosa buona e giusta retribuire uno come l’ex fischietto residente a Viareggio ritenuto da tutti, Uefa compresa, al di sopra di ogni sospetto? La risposta è naturalmente sì. Collina è l’unico a cui si possa affidare la patata bollente che vuol dire risolvere la questione per 4-5 anni.
3) Il signor X (Mattei). La terza ipotesi è il signor X, un designatore con esperienza del ruolo cioè.

Nicchi freme, Mattei è pronto a tornare ma c’è il timore che il suo nome possa saltar fuori dall’inchiesta napoletana. Su Casarin, opinionista di Corriere della Sera e Controcampo, è arrivato un no secco. «Fa un altro mestiere» commentano dal settore. Di qui, allora, la conclusione: o passa Collina, o devono ripiegare su Gussoni.

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