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Columbus: "Ora lancio l’anti-maghetto"

Dopo i film d’esordio della saga inglese Harry Potter, il regista Chris Columbus dirige il primo episodio di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Gli eroi e le divinità dei miti greci si muovono da un capo all'altro dell'America

Columbus: "Ora lancio l’anti-maghetto"

Roma - Come compendio di mitologia greca forse non è il massimo ma di sicuro i ragazzi, nelle quasi due ore del film Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: il ladro di fulmimi, s’appassioneranno alla materia come nessun professore riuscirebbe mai a ottenere in tutta la sua carriera. Sì, perché il film diretto da Chris Columbus, in uscita negli States il 12 febbraio e un mese dopo in Italia, e tratto dall’omonima saga editoriale di successo firmata da Rick Riordan (cinque i volumi pubblicati, il primo è appena uscito da noi per Mondadori), è una sorta di Bignami della mitologia, trasportata tale e quale negli Stati Uniti di oggi. Un successo assicurato? La Fox ci punta molta e solo in Italia annuncia un’uscita a valanga, tra le 500 e le 700 copie. E il film ha tutte le carte in regola per piacere ai più giovani ma non solo. Racconta il regista in tour promozionale a Roma: «Quando vado al cinema con i miei quattro figli ho sempre paura di annoiarmi. Così ho deciso di realizzare questa storia sia per la fascinazione nei confronti della cultura greca, sia perché ci sono almeno due livelli di racconto, uno più complesso per i grandi e uno più semplice per i bambini».
Quello basico è il seguente: Percy Jackson è un ragazzo che ha dei problemi a scuola, a casa un orrendo patrigno ma per fortuna una splendida mamma. Un bel giorno, durante una gita scolastica, scopre di essere niente meno che il figlio di Poseidone, dio del mare (ecco perché gli piaceva stare tanto sott’acqua in piscina...), e ciò fa di lui un semidio. Percy quasi non fa una piega. Ora, però, tutti sull’Olimpo (che vediamo volteggiare sull’Empire State Building) lo cercano, perché Zeus crede che sia stato lui a rubargli i fulmini. Apriti cielo... Il nostro Percy dovrà girare tutta l’America d’esportazione (Nashville, Las Vegas, Hollywood, New York) per raccogliere gli elementi a prova della sua innocenza. Ad aiutarlo tra mostri e creature maligne, come la Medusa (un’ironica Uma Thurman), una doppietta di amici conosciuti nel campo di addestramento, una sorta di scuola per semidei, Grover (Brandon T. Jackson) e Annabeth (Alexandra Daddario, naturalmente all’incontro stampa questo cognome non poteva passare inosservato e anche Chris Columbus è stato aggiornato sulle italiche vicende molto mitologiche).
Una struttura che sa di déjà-vu potteriano, anche se Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è un'altra faccia del mondo magico di Harry Potter, in qualche modo una risposta a quelle dinamiche adolescenziali e Chris Columbus, che di film per ragazzi è un vero mago (Gremlins, I Goonies e Mamma ho perso l'aereo), questo lo sa bene anche perché è il regista dei primi 2 episodi del maghetto con gli occhiali: «Percy può essere simile ad altri eroi ma di lui mi piace il fatto che abbia dei problemi, soffre di dislessia e di deficit dell’attenzione, ma proprio attraverso questi limiti acquista sicurezza. Mi piacerebbe che i giovani capissero che, anche se hanno difetti, li possono sfruttare a loro favore».

E se qualcuno storcerà il naso assistendo a una rivisitazione in chiave moderna della mitologia classica (un esempio per tutti, le ninfe in bikini hawaiano) non si può negare che il film sia un rutilante susseguirsi di divertenti accadimenti dove c’è posto anche per battute come questa: «I semidei sono tanti, molti sono famosi e parlo a livello di Casa Bianca». «Probabilmente Obama sarebbe il figlio di Zeus - scherza il regista -, ma certo l’America non se la passa bene con questi momenti economici difficili. E la dimostrazione sta nel fatto che la gente va a vedere film come Avatar o, come spero, il mio, perché c’è bisogno di questo tipo d'evasione».

Avatar ormai è sinonimo di 3D, che qui manca.

«È stata una scelta strategica - risponde il regista - perché, come spesso succede, c’è un altro film che tratta argomenti simili, Scontro tra titani di Louis Leterrier. Io volevo che il mio film uscisse prima e il 3D avrebbe comportato dei ritardi. Comunque sogno di farne uno con questa tecnica, magari un musical o, perché no, un film drammatico».

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