Ciao mamma, sono contento di essere arrivato uno. Frase antica, di repertorio, riservata ai ciclisti del primo novecento, ragazzi coperti di fango, poveri figli in sognante e faticosa avventura sulla bicicletta. Però a Sanremo quelli con tatuaggi, orecchini, catene, anelli vari, si sono rivelati infine romanticoni e mammoni. Ha incominciato Il Tre, al secolo Guido Luigi Senia, rapper romano che dopo aver interpretato Fragili e ricevuto i fiori del festival è sceso in platea e ha donato, il mazzo colorato e profumato, alla madre, abbraccio e bacio commovente con lacrima successiva. Poi Rose Villain, pseudonimo di Rosa Luini, ha dedicato la sua prestazione alla mamma che non c'è più. Quindi è toccato a Ghali, all'anagrafe Ghali Amdouni, rapper italiano, ha omaggiato Toto Cotugno e ha rivolto un saluto dolcissimo alla madre seduta in platea: «Ti voglio bene, ti amo». L'anno scorso così aveva fatto Lazza, al secolo Jacopo Lazzarini. Il giradischi è pieno di canzoni dedicate alla mamma, da Jovanotti a Luca Barbarossa, da Bennato a Laura Pausini, dagli Abba a Carmen Consoli. Sarebbe interessante conoscere l'opinione dell'ex ministro dell'interno Lamorgese Luciana e della sua orchestra, relativo all'annuncio: « È prevista la reintroduzione della dicitura genitore 1 e genitore 2 per garantire conformità al quadro normativo introdotto dal regolamento Ue e per superare le problematiche applicative segnalate dal garante della privacy». Ripenso a Claudio Villa: «Genitore uno o due, solo per te la mia canzone vola.
Genitore uno o due sarai con me, tu non sarai più sola/o. Quanto ti voglio bene! Queste parole d'amore che ti sospira il mio cuore, forse non s'usano più, genitore uno o due, ma la canzone mia più bella sei tu». Ma mi facciano il piacere.
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