IL COMMENTO/ La creatività a braccetto con l'economia

Questo Salone del Mobile è indubbiamente molto più d'una esposizione. Da una parte perché ha una sua dimensione che lo pone al primo posto nel mondo, dall'altra perché è portatore di quella cultura dell'abitare che caratterizza la nostra vita ormai da decenni. Si aggiunge poi che si tratta di una manifestazione davvero internazionale, una volta snobbata da tedeschi e francesi che oggi si allineano ai compratori internazionali.

Ecco allora che il Salone diventa terreno di incontro tra la decorazione e l'arte, tra il commercio e l'invenzione, tra la creatività di oggi a confronto con quella di ieri. La manifestazione si correda poi ogni anno di una mostra esterna, a simboleggiare l'accoglienza che Milano dedica all'avvenimento, a volte legata alla fantasia, come quest'anno, a volte di uno spessore decisamente maggiore.

Con il passare degli anni la partecipazione della città è andata sempre più prendendo corpo e, occorre rilevare, con una dimensione sempre maggiore, cosa che nessun altra esposizione di settore ha mai avuto né in Germania né in Francia né negli Stati Uniti.

Una dimensione che oggi, all'osservatore attento, appare come un secondo polo fieristico, per di più con una capacità d'attrazione che in certi casi è grandemente accattivante.

Così il Fuori Salone diventa una firma, un brand, un modo di presentarsi e per di più dà spazio non solo ai giovani designer come alle giovani imprese, ma anche a coloro che hanno abbandonato il Salone di Rho.

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