Il Comune di Padova non conosce la crisi 150mila euro per due statue: scoppia la polemica

L'amministrazione di centro sinistra ha indetto un bando pubblico per due sculture dal valore di 150mila euro. Lo scopo è quello di valorizzare la zona degradata della Stazione. Polemica della Lega Nord. A Belluno invece, per far cassa, il comune mette all'asta una scultura

Il Comune di Padova non conosce la crisi 150mila euro per due statue: scoppia la polemica

C'è chi, per far cassa, mette all'asta una scultura e c'è chi invece indice un bando pubblico per due sculture dal valore di 150mila euro. Naturalmente, in tempi di crisi, il primo caso, di cui è protagonista il comune di Belluno, non fa scalpore. Al contrario, il secondo caso ha suscitato polemiche, soprattutto da parte di esponenti della Lega Nord, ai quali non è andata giù la scelta del comune di Padova. In tempi di crisi, un bando pubblico per due opere d'arte da posizionare in piazzale Stazione non è proprio qualcosa di appropriato. E poco importa se il fine è quello nobile dell'arte e di valorizzare una delle zone più degradate e pericolose della città veneta.

E' il costo che fa storcere il naso ai leghisti e non solo. 150mila euro per l'idea del vicesindaco Ivo Rossi facente parte dell'amministrazione di sinistra che cozzano poco con il periodo di antipolitica e di austerity. Ma poco importa. Come riportato dal Mattino di Padova, l’amministrazione cerca due opere d’arte: "una da piazzare sul lato nord ovest, di fronte al fabbricato visitatori, e retribuita con 110 mila euro (la base dovrà stare in un rettangolo di 2 metri per 18, l’altezza andrà fra i 12 e i 14 metri); l’altra, all’altezza della fermata del tram, sarà più piccola (sarà alta fra i 5 e i 6 metri), dal costo di 40 mila euro".

Adesso non resta che attendere le proposte degli artisti e vagliarle. Sempre secondo il quotidiano locale, si può pure proporre un soggetto a cui dedicare i monumenti. E in pole ci sarebbe il patrono della città: Sant'Antonio.

I tempi di vacche magre non preoccupano il vice sindaco Rossi, che difende a spada tratta la scelta in favore dell'arte.  "L’uomo sin dall’età della pietra ha sentito la necessità di elevarsi dall’oppressione del quotidiano attraverso l’arte - ha spiegato Rossi - Noi a Padova pensiamo che si possa progettare anche in momenti delicati come questo una città che sa accogliere le migliaia di persone che qui arrivano per lavoro, studio e turismo in una maniera degna di una grande realtà europea".

Rossi ha poi chiarito che la decisione di realizzare le opere d’arte è maturata due anni fa e il bando arriva ora dopo una attenta riflessione in seno alla Giunta comunale. "La sfida della bellezza - ha aggiunto Rossi - è la vera sfida della civiltà: imbarbarirsi in polemiche mi sembra una regressione di cui non abbiamo proprio bisogno in questo momento".

Alla fine la differenza sta nel credere o meno nell'arte. Padova ha deciso di crederci, mentre il comune di Belluno, per fare cassa, ha deciso di mettere all'asta per 400mila euro una scultura di Giò Pomodoro, pagata 5 anni fa 292mila euro.

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