Condannati gli ispettori sotto ispezione

Piero Pizzillo

«Ispettori del lavoro finiscono sotto ispezione». Avevamo così titolato l’articolo del 10 febbraio 2004, nel dare notizia che quattro funzionari del ministro del Welfare Roberto Maroni,- mandati a Genova per rimettere ordine nel settore dei cantieri edili dopo il crollo del costruendo Museo del Mare, che portò alla scoperta di lavoratori in nero e mancato rispetto delle norme di sicurezza -, erano stati indagati per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e tentata concussione. Ieri, il pm Vittorio Ranieri Miniati, riaffermando la responsabilità dei quattro imputati, ha chiesto per ciascuno un anno di reclusione e il pagamento di una multa di 600 euro, con i benefici di legge. Con le loro arringhe i difensori Alessandro Sola e Maria Gurrado (quest’ultima di Bari), sono riusciti a smontare l’accusa di tentata concussione. Cioè, quella d’aver lasciato intendere di far parte della polizia, anche ostentando sulla loro auto la targhetta «polizia giudiziaria», al fine di ottenere agevolazioni dalla proprietaria del ristorante. Il tribunale (presidente Delucchi), ha assolto per quest’ultimo reato, condannando per tentata truffa a 8 mesi ciascuno e a una multa di 300 euro gli imputati: Giuseppina Vingiani, Salvatore Perrone, Leonardo Labella e Consolato Foti, con il beneficio della condizionale e non menzione nel casellario.

Gli ispettori avevano scelto di pernottare a Busalla, chiedendo di maggiorare le ricevute per ogni pasto sino a 22 - 23 euro, a testa, e di rilasciare la fattura anche per il pasto che non consumavano. Per l’albergo avevano chiesto ricevute per 65 euro a notte, mentre la stanza costava 47. Ma la Finanza era in agguato.

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