Questa stagione sembra non finire. A questo punto anche i maniaci della politica del non senso sono stracotti. Non ce la fanno più a sentir parlare di maggioranze, elezioni, si va al voto oppure no, governi tecnici, riforme ipotetiche, psicodrammi di un manipolo di parlamentari che ancora non si è capito cosa vogliono dalla vita. Forse è il caso di chiarire una volta per tutte un concetto. La responsabilità maggiore dei finiani non ha nulla a che fare con le case e neppure con il tradimento, il moralismo del giorno dopo, quell’aria di superiorità che si portano addosso come un vestito raccattato al mercato delle pulci. Nulla di tutto questo. Il guaio dei finiani è l’ambiguità. Volete far cadere Berlusconi? Fatelo. Stop. Non avete i numeri? Arrangiatevi. Ma siate chiari. Niente giochini che sanno di melma e di sporco, di colpi bassi, di agguati, di calcetti agli stinchi. Non siete capaci neppure come congiurati. Certe cose o si fanno in silenzio o a viso aperto. Non con i dispetti. Questa maggioranza non vi piace? Legittimo. Andate all’opposizione. Non fate il gruppetto parlamentare che sta un po’ qui e un po’ là. Non dite: ce ne andiamo, anzi no cacciateci. Quando uno disconosce il proprio leader, e per lungo tempo il vostro si chiamava Silvio Berlusconi, se ne deve assumere la responsabilità politica. Non è un reato. È un atto di chiarezza. Questo è il peccato politico dei finiani. Sono acqua sporca. Non trasparente. Il resto è miseria umana.
È vero. Questo è uno sfogo. Ma l’ultima uscita di Italo Bocchino, braccio destro di Fini, non è una provocazione nei confronti di Berlusconi. È una presa per i fondelli degli italiani. È giocare con la democrag zia. È dire voi votate e noi ci g divertiamo a mischiare le carte o, nel migliore dei casi, a sparare cavolate. Chi senefrega del resto, della crisi, dei disoccupati, del lavoro, perfino di quelle riforme che da vent’anni sono urgenti e necessariemastanno sempre lì a marcire. Questo è un paese che suda e fatica e, probabilmente, alle prossime elezioni se ne starà a casa, brindando all’anarchia e al partito di chi non crede più a nulla. O voterà per rabbia, di viscere, sputando verso l’alto, sapendo che purtroppo i resti vanno giù e pagano sempre gli stessi. La colpa è di chi ha confuso la politica con partite a Risiko o a Travian. Il futuro non si costruisce con il manuale di strategia delle giovani marmotte. Bocchino, quindi. Il braccio destro di Fini ha scritto sul sito di Generazione Italia un lungo ragionamento per salvare Berlusconi dai suoi demoni. La ricetta finale è questa: Berlusconi deve fare un nuovo governo con Pdl, finiani, centristi e i moderati del Pd. Fuori Lega, Di Pietro e frattaglie varie. La risposta che arriva dai berlusconiani è: fantapolitica. La risposta che arriva dal Pd, con le parole di Violante è: provocazione. La risposta pensata dai centristi è: cosa ci danno. La risposta della Lega non è il caso di ripeterla in pubblico. Bip. Bip. Bip.
È con questo governo che Bocchino vuole fare le riforme. Un governo con Berlusconi premier sorretto da chi lo considera un usurpatore. Quel Berlusconi che, secondo il braccio destro di Fini, si comporta come un monarca aziendale. La sua ricetta, invece, sarebbe un elisir di democrazia. Quale democrazia? La democrazia di una casta senza voti? La democrazia dei Fini, dei Casini, dei Franceschini, dei Rutelli. La democrazia dove la minoranza governa? La democrazia di chi non ha bisogno degli elettori ma governa di ribaltone in ribaltone? Se la terza repubblica nasce così passiamo direttamente alla quarta.
Ultima nota: il tono. La lettera di Bocchino è un manuale melenso su come abbracciare Berlusconi fino a strangolarlo di finto affetto. Caro Silvio, noi siamo qui per salvarti e salvare l’Italia. I cattivi sono Bossi e Tremonti. Sono loro che stanno impiccando il premier. Se si va alle elezioni sbancano tutto. Può darsi. È chiaro che il Carroccio sente l’odore del voto. E più passa il tempo, più ci si rende conto che sono proprio i finiani i migliori alleati di Bossi. La forza della Lega nasce dal parricidio del Pdl.
Non a coltellate, ma con uno stillicidio di ferite, non si è ancora capito se per viltà o per sadismo. L’unica cosa certa è che l’altra destra, quella fieramente antiberlusconiana, malata di ambiguità e senza coraggio, ha già seppellito il suo futuro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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