Roma - Dal bunga bunga ai consigli estetici su come presentarsi in società, dal decalogo del buon venditore fino alla versione «castigata» di qualche barzelletta osè che crea pure qualche imbarazzo. Silvio Berlusconi ripercorre il suo repertorio classico e, tra applausi e risate, intrattiene a lungo la platea di giovani talenti premiati nel cortile di Palazzo Chigi per il progetto «Campus mentis». Il premier esordisce scherzando con il cronista di Ballarò ( «è il più cattivo di tutti»), dispensando consigli ai vincitori del concorso e augurandogli tanta fortuna. Di rigore, quindi, il celeberrimo motto sul «sole in tasca». Il successo - dice ai giovani - si conquista «contando solo su se stessi», e «avendo sempre un sorriso e un complimento per tutti». E il primo aneddoto riguarda proprio una «sfida» lanciata ai venditori di Publitalia a Firenze sulla capacità di fare complimenti. Berlusconi dice ai suoi: «Vedrete che sarò capace di trovare un complimento per tutti».«All’inizio - racconta - era facile. Belle signore, uomini eleganti con cravatte primaverili e figli simpatici. Poi via via il livello degli invitati degrada».
E il Cavaliere mima una persona claudicante e fa capire che non sarebbe stato facile trovargli un aspetto da elogiare. «Beh, gli ho detto: complimenti per la vigorosa stretta di mano, si vede che lei ha una grande forza interiore ...» Il premier enumera poi le «sue conquiste»: dai trofei del Milan a Milano2, da quelli imprenditoriali («con l’immobiliare non si fallisce mai, le case sono un bene che non ha mai avuto calo di prezzo») a quelli politici. Il tono si fa serio solo nel momento in cui parla di riforme, di maggioranza e di giustizia, ma nel momento in cui uno a uno i giovani salgono sul palco montato all’interno del cortile di Palazzo Chigi, per ciascuno è pronta una battuta. «Siete così carine che vi inviterei al bunga bunga...», dice a due ragazze,estendendo l’invito al collega insieme a loro. Poi dispensa consigli tricologici ad alcuni degli studenti con calvizie incipiente, («ti darò il numero del mio dottore»), chiarisce che su un abito blu non si mettono mai le scarpe marroni, che la cravatta «non deve spuntare da sotto la giacca » di cui «bisogna abbottonare solo i primi due bottoni» e spiega di non gradire gli uomini con la barba, perché «nasconde il volto, come se si avesse una malformazione o si volesse celare qualcosa».
La barzelletta scatta in coda, dedicata a una giovane che lavora per una grossa compagnia che produce birra: «Io so tante storielle, più di duemila che servono a sdrammatizzare le situazioni - dice - e ne so qualcuna anche sulla birra, ma non posso raccontarle». Qualcuno insiste e il premier non si fa pregare. «C’è un italiano che insegna a un tedesco come si fa a conquistare una bella signora. Gli dice “fai questo, fai quello, poi finalmente prendi una coppa di champagne e gliela versa lì...”». «Non si può dire dove continua - insomma, sul davanti. E poi lo suggi da sotto... ». «Pellissimo - chiosa Berlusconi imitando il tedesco ma è possibile fare con pirra?». Scarsa la reazione della platea che rimane piuttosto fredda. D’altra parte, spiega Berlusconi, la barzelletta è in versione «casta». Sullo sfondo restano come sempre le riforme. Perché, dice il premier, «per arrivare a un Paese che sia una vera democrazia, dobbiamo cambiare l’architettura istituzionale». A cominciare dalla riforma della giustizia.
Che «non sono riuscito a fare perché non ho avuto il 51% del consenso degli italiani ma ho dovuto governare con una maggioranza di coalizione e con il partito di Fini e Casini che stavano solo dalla parte dei privilegi dei giudici».
Con successivo corto circuito mediatico quando il Fli apre una polemica sul Cavaliere che avrebbe accusato An di essere una forza «anacronistica e statalista». Parole mai pronunciate ieri, ma risalenti ad oltre due settimane fa quando Berlusconi disse «ci siamo liberati da una minoranza statalista e giustizialista». Ma senza alcun riferimento ad An.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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