Il consiglio utile

L a forfora può essere l'espressione di una malattia della pelle, ma, più frequentemente, è un disagio provocato da una congerie di cause che si sommano l'una all'altra ed è l'espressione di un'intensa desquamazione soprattutto del cuoio capelluto.

Si presenta con il distacco di scagliette biancastre di pelle secca e morta alla base del capello, espressione di un eccessivo ricambio delle cellule epiteliali (cheratinociti).

Può essere accompagnata o meno da prurito e da arrossamento e irritazione della pelle. Nell'uomo, come peraltro negli animali, la forfora è causata da problemi ormonali, errate abitudini alimentari, periodi intensi di stress e eccessivo uso di shampoo, gel o altre sostanze che provocano una dermatite da contatto.

Raramente in causa sono i parassiti, mentre una forfora intensa e di difficile risoluzione può essere causata da vere e proprie malattie come la psoriasi e la dermatite seborroica.

Se pensiamo all'estensione del manto pilifero che hanno cani e gatti è facile intuire che, quando la forfora compare nei nostri animali domestici, ha spesso un'estensione che colpisce quasi tutto il corpo, a parte le superfici glabre. Quando queste scagliette compaiono e sono accompagnate da prurito intenso, la prima cosa da fare è accertarsi che l'animale non abbia parassiti esterni, come le pulci.

Basta ispezionare attentamente e più volte il dorso del cane o del gatto, scostando il pelo per vedere dei puntini neri girare veloci nascondendosi alla luce. Se il problema è questo, è di semplice soluzione perché basterà uno dei tanti prodotti contro le pulci, somministrato regolarmente ogni mese, per venirne a capo.

Anche negli animali le cause della forfora sono molteplici e ricalcano quelle dell'uomo, anche se c'è una maggiore predisposizione di razza (pastore tedesco, cocker, labrador e golden retriever) e una più frequente presenza di particolari lieviti (simili a funghi) che colonizzano la base dei peli.

Si tratta della Malassezia che colpisce soprattutto i cani a cute e mantello grassi ed è facilmente visibile dal veterinario al microscopio.

Un vecchio rimedio casalingo, se il problema è di modesta entità, è quello di miscelare in parti uguali

acqua e aceto di mele, strofinando la soluzione sul mantello con un panno pulito. Dovrebbe bastare. Se il problema è serio, e il guaio non trova soluzione Non c'è alternativa: si deve andare dritti dritti dal veterinario.

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