«Consorte rastrellò sottobanco azioni Bnl»

«L’operazione fu effettuata dal manager Cimbri». L’ex numero uno di via Nazionale descritto in costante contatto con i «furbetti del quartierino». Venerdì prossimo l’incidente probatorio

«Consorte rastrellò sottobanco azioni Bnl»

Stefano Zurlo

da Milano

I vertici di Unipol avrebbero comprato occultamente azioni Bnl. Senza attendere la necessaria autorizzazione della Banca d’Italia. Il nuovo atto d’accusa contro Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti filtra dai verbali di Gianfranco Boni, ex direttore generale di Bpi. Il 10 febbraio scorso, nel corso dell’ennesima deposizione davanti a Francesco Greco, Boni rivela un passaggio fino a quel momento sfuggito agli investigatori: il rastrellamento sottobanco di un pacchetto di azioni Bnl da parte della coppia Consorte-Sacchetti.
I due «avevano comperato occultamente» titoli Bnl «prima di ottenere l’autorizzazione a salire dal 10 al 15 per cento». Ancora, Boni aggiunge che fu Carlo Cimbri, attuale direttore finanziario di Unipol, a «effettuare le operazioni di rastrellamento o parcheggio».
Da tempo la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla tentata scalata del colosso bolognese alla Banca nazionale del lavoro. Il dettaglio raccontato da Boni è oggetto di accertamenti da parte dei finanzieri del Nucleo valutario che cercano risposta a molte domande. Il racconto di Boni, se confermato, renderebbe inevitabile un’altra questione: con quali soldi fu acquistato quel 5 per cento? Il valore grosso modo, si aggirava sui 150 milioni di euro. Nei prossimi giorni potrebbero esserci sviluppi.
Ma Boni va oltre. E spiega che Consorte chiese l’intervento di Bpi nella conquista di Bnl; in particolare l’invito era «a salire a 4,9 come Bpi». Poi un accordo raggiunto direttamente dal numero uno di Bpi Gianpiero Fiorani con il Governatore Antonio Fazio ridisegnò l’intesa: l’obiettivo assegnato ai fiancheggiatori di Bpi era quello di «salire solo al 3,5 per cento». In realtà, Bpi non arrivò nemmeno al 2 per cento. Boni però tira la sua conclusione: il fatto «dimostra come Fazio seguisse passo per passo la scalata Bnl di Unipol, informandosi sulle quote raggiunte».
Insomma, secondo questa lettura dei fatti Fazio stava nella sua cabina di regia in via Nazionale e da lì dialogava con i «furbetti del quartierino», valutava con loro le mosse da compiere, li consigliava e riceveva notizie in tempo reale. Così per Antonveneta, così per Bnl.
Il verbale di Boni è stato depositato in vista dell’incidente probatorio che comincerà a Milano il 26 maggio, come stabilito dal gip Clementina Forleo. Per alcune udienze, Boni e Fiorani risponderanno alle domande dei legali degli indagati che, per quanto riguarda Antonveneta, sono circa 70, compreso l’ormai ex governatore Fazio. In sostanza, l’incidente probatorio anticiperà una parte dell’eventuale futuro processo e quel che emergerà in aula, nel contraddittorio fra le parti, avrà valore di prova.
Nei 117 giorni trascorsi a San Vittore Fiorani e Boni hanno affrontato molti argomenti delicatissimi: le tentate scalate ad Antonveneta, Bnl e Rcs; il salvataggio di Crediteuronord, la banca della Lega che Fiorani soccorse per rendere più morbido l’atteggiamento del Carroccio verso Fazio, i rapporti fra il duo Consorte-Sacchetti e il finanziere bresciano Chicco Gnutti.

E ancora, il capitolo soldi ai politici che ha suscitato grandi attese ma ha registrato, almeno finora, pochi episodi letti come reati dagli investigatori e poche iscrizioni nel registro degli indagati. Un po’ come era successo, a suo tempo, per Parmalat.

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