da New York
Unendo le forze, Oprah Winfrey, regina del talk-show americano, e l'attore Denzel Washington, già vincitore di due Oscar, stanno per trasformare il futuro di una Hollywood in cui, da sempre, i neri hanno avuto ruoli sottomessi ai sogni ed alle aspirazioni sociali e politiche dei bianchi. Ma adesso Oprah, con la sua casa di produzioni Harpo Productions e Washington, con la sua Mundy Lane Entertainment (che in soli otto anni ha già prodotto due film di successo, The preacher's wife nel 1916 e Antwone Fisher nel 2002) hanno portato sugli schermi un capitolo della difficile storia degli afro-americani. E lhanno trasformato in un film da Oscar, intitolato The great debaters e uscito nelle sale americane con grandi applausi della critica.
Che sia arrivato il momento di una Hollywood nera? Oprah e Washington ne sono convinti e hanno investito le loro speranze in The great debaters, ambientato nella Depressione e nel sud piu' razzista. Da sempre le università americane insegnano agli studenti l'antica arte dell'oratoria. Le loro squadre poi partecipano a dei tornei seguiti dal mondo letterario con lo stesso interesse con cui vengono seguiti i tornei di scacchi. Da sempre, inoltre, le grandi università della Ivi League americana, come Harvard, Columbia e Yale, hanno portato a casa i maggiori trofei del torneo nazionale. Batterli sembrava impossibile. Ma c'era stato un anno in cui un povero college del Sud aveva fatto storia: il Wiley College, situato nella cittadina di Marshall, in quel Texas che 72 anni fa era ancora una fornace del Ku Klux Klan e del razzismo più vergognoso, aveva vinto il torneo nazionale polverizzando perfino Harvard.
A guidare gli oratori era stato un uomo eccezionale, che nel film è interpretato da Denzel Washington: Melvin Tolson era un poeta, un romanziere, uno sceneggiatore e giornalista. Nato a Moberly, nel Missouri, e laureato in letteratura, aveva accettato nel 1923 una cattedra in oratoria a Wiley, fondando l'Associazione del Sud per le arti drammatiche. Sotto alla sua guida la squadra di oratoria del piccolo college del Texas, in 15 anni aveva perso solamente un dibattito. I suoi ragazzi (tra questi il capitano della squadra, James farmer Junior, interpretato da Forest Whitaker, che nella realtà sarebbe diventato uno dei leader della lotta per i diritti civili dei neri negli anni Sessanta) viaggiavano su una vecchia auto e ad un certo punto nel film si trovano spettatori di un linciaggio di un nero impiccato ad un albero, mentre la folla dei bianchi con i loro bambini in braccio ride.
Mentre alcune case editrici americane corrono per ristampare i romanzi di Tolson e le sue raccolte di poesie ispirate alla vita dei neri di Harlem, Oprah Winfrey e Denzel Washington (che oltre al ruolo di Mister Tolson ha anche diretto la pellicola) sperano che The great debaters diventi un film da Oscar. E anche Harvey Weinstein che l'ha prodotto e distribuito insieme alla MGM, scommette sul successo di questa storia che conferma l'esistenza di una tradizione intellettuale dei neri.
«Fare il regista è una mia grande passione», spiega l'attore che vuole essere il primo nero a seguire le orme di Robert Redford e Clint Eastwood. «Quando posso aiutare attori, cameramen e tecnici sono felice. Certo a fare l'attore guadagno milioni di dollari, ma voglio cambiare Hollywood».
Oprah Winfrey aveva sperato a lungo che Washington accettasse il suo invito non solo a dirigere ma anche a recitare nel progetto che le era stato presentato dieci anni fa ma che, a causa di numerosi impegni, finora era rimasto nel suo cassetto. «Ma Denzel aveva un carnet super impegnato - spiega la star televisiva -. E solo grazie all'intervento divino siamo riusciti a trovare il tempo per girare questa bellissima storia».
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