Il coraggio di scommettere sul futuro

Vincere non è stato facile. Il risultato finale, 86 a 65 per Milano, lo dimostra. Smirne è stata battuta per pochi voti. Ma il difficile viene adesso

Vincere non è stato facile. Il risultato finale, 86 a 65 per Milano, lo dimostra ampiamente. Smirne è stata battuta per pochi voti. Ma il difficile viene adesso. Per il capoluogo lombardo e per l’Italia quella dell’Expo internazionale 2015 è un’occasione unica, un’occasione che la nostra città può e deve sfruttare al meglio, anzi al massimo. I finanziamenti che arriveranno e le occasioni di lavoro che si creeranno devono essere soltanto la rampa di lancio. Il resto lo dovranno mettere le istituzioni milanesi che si succederanno da qui al 2015 e il prossimo governo Berlusconi (da quelli di centrosinistra Milano non è mai stata particolarmente amata e quindi è meglio non attendersi troppo). È questa l’occasione perché Milano si riappropri di un ruolo internazionale e nazionale di primissimo piano. Un ruolo non soltanto finanziario e commerciale ma anche, e soprattutto, morale e culturale. Occorre, in parole povere, che Milano e le sue istituzioni - dal Comune alla Regione, dalla Provincia agli industriali, dalla Scala all'Università alle banche e ai commercianti - ricomincino a ragionare alla grande, anzi alla grandissima. È da tanto tempo, da troppo tempo che non lo fanno. Albertini è stato un sindaco che ha fatto cose importantissime di cui Milano era priva, ma non ha mai avuto una visione grandiosa della città. La Moratti ha adesso la possibilità e il dovere di averla. Finora la sindachessa non ha fatto molto, ma si è data da fare tantissimo per ottenere questo Expo. Ha avuto coraggio, il risultato di ieri le dà ragione.

Ora rivolti Milano come un calzino, affidi l’organizzazione di questa manifestazione planetaria non a persone scelte con criteri politici e partitici ma alle eccellenze di ogni settore, dall’architettura all’urbanistica, dallo spettacolo alla scienza. E, se sarà riconfermata sindaco, nel 2015 consegni al mondo una Milano nuova, diversa, migliore.

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