Una brutta storia di persecuzione ai danni di una donna, particolarmente odiosa perché messa in atto da carabinieri. Ma anche un grumo di potere che coinvolge politici, imprenditori e amministratori pubblici. Le carte dell'operazione «Clean 2» che scatta ieri mattina a Pavia, eseguita dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica, aprono uno spaccato su un mondo di rapporti in corso da anni: «Un sistema corruttivo particolarmente radicato», lo definisce il procuratore Fabio Napoleone in una nota.
Antonio Scoppetta, maresciallo, in servizio da anni proprio alla Procura della Repubblica, viene arrestato «per avere messo stabilmente a disposizione le proprie funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria nonché per avere compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio, dinanzi alle richieste trasmesse da Pappalardo Maurizio». Pappalardo che all'epoca dei fatti comandava il Nucleo investigativo dei carabinieri, il reparto di punta dell'Arma in città, finisce agli arresti domiciliari. Secondo l'accusa Pappalardo usava Scoppetta «nel proprio interesse ma anche nell'interesse di terzi imprenditori e politici». È su questa rete che si è sviluppata l'inchiesta nei mesi scorsi, partendo dalla analisi del cellulare e dei computer sequestrati a Scoppetta nel primo filone dell'indagine «Clean».
Per il suo «stabile asservimento», il maresciallo riceveva da Pappalardo «denaro di cui necessitava diuturnamente (spendendo buona parte del proprio stipendio al gioco), spese voluttuarie ed altre utilità. Tra queste, le «spese del soggiorno con i figli ad Auronzo di Cadore in corrispondenza degli allenamenti della Lazio Calcio», «un divano, un tappeto, vestiario, fuochi d'artificio», «per dodici volte fornitura gratuita (e senza ricetta sanitaria) di farmaci utili al contrasto della disfunzione erettile: per quest'ultima accusa, al capitano viene contestato anche il reato di esercizio abusivo della professione di farmacista. Al maresciallo, Pappalardo avrebbe anche fatto avere un'automobile da parte dei fratelli D'Arena, titolari di una società che fornisce intercettazioni alla Procura della Repubblica.
L'elenco dei reati commessi da Scoppetta occupa quasi una pagina dell'ordinanza di arresto, si tratta quasi sempre di «soffiate» sulle inchieste in corso, in particolare sulla municipalizzata Asm. E poi c'è lo stalking su commissione: «Scoppetta dopo essere stato informato da Pappalardo che la sua compagna M.G. aveva deciso di interrompere la relazione, asserviva i propri poteri alla punizione della donna, e dava corso sia a pedinamento che a monitoraggio Gps degli spostamenti del veicolo in uso alla ragazza, attività effettuata tramite strumentazione tecnica fornita dalla Esitel», la società dei D'Arena. Le prestazioni del maresciallo sono un crescendo, «si rendeva disponibile per sgonfiare le gomme del veicolo in uso a M.G.», «anche con l'aiuto di altri militari in servizio presso la Procura monitorava i movimenti di M.G. persino con appostamenti sotto l'abitazione della stessa», «tagliava le gomme del veicolo in uso a M.G.».
Fino al colpo finale, scrivere una lettera anonima all'Inps contro il nonno della ragazza, farsi assegnare dal procuratore capo l'inchiesta nata dalla denuncia dell'Inps, e approfittarne per fare irruzione nella casa della ex di Pappalardo.
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