Così balla l’India millenaria

Così balla l’India millenaria

Un momento di approfondimento, di conoscenza, di studio e (perché no?) di visibilità. Perché oltre ad avere talento, e un pizzico di fortuna, bisogna sperare nella visibilità. Con «Avvertenze danza», progetto di cui è responsabile Francesca Bernabini, che fino a sabato 11 luglio offrirà ai giovani coreografi l’opportunità di esibirsi davanti a un gruppo di talent scout, questa opportunità prende corpo. Il tam tam circolava da un po’. Da quando era circolata la notizia che l’Accademia Nazionale di Danza avrebbe concesso a ballerini e coreografi sconosciuti le ribalte dei due palchi del teatro all’aperto e del Teatro Ruskaja. Per quaranta danzatori d’età tra 16 e 30 anni, fino a sabato il treno della popolarità si chiama «Avvertenze danza». Non è un concorso, ma un sogno che diventa realtà: far danzare il proprio pezzo inedito, da un minimo di due a massimo dieci ballerini, per dieci minuti, e avere un parere professionale da un organo collegiale, per qualcuno potrebbe essere il primo passo di una corsa verso il successo. Tra gli «osservatori speciali» a caccia di talenti, tra impresari teatrali, critici di danza e direttori di festival internazionali, spuntano i nomi di Rebecca Boillu (vice direttore de La Villette di Parigi), Achille De Pace (organizzazione festival Biennale di Venezia, settore danza) e Mario Castro De Stefano (direttore di Salerno Danza). Non male per dare inizio a un sogno, chimera che invece hanno concretizzato prova su prova, muscolo sopra muscolo, e giorno dopo giorno gli artisti della compagnia Artemis Danza di Monica Casadei, che stasera a Villa Pamphilj danzeranno il secondo, atteso appuntamento di Invito alla Danza curato da Marina Michetti. Nel teatro all’aperto del grande parco andrà in scena Codice India, uno spettacolo di danza etnica e contemporanea nato da una preziosa residenza artistica. Dall’incontro di due culture, quella italiana e quella indiana, forgiata sulla base della millenaria arte del Baratha Natyam, è nata questa coreografia che vibra di luce e s’impone per il bianco abbacinante e puro che si fonde alle musiche originali composte da Luca Vianini. Il cartellone di Invito alla Danza prosegue venerdì 10 con la prima assoluta di Africa: the last beat a cura di Flusso Dance Project.

Un pezzo ispirato alla tragedia del Ruanda scandito dal ritmo dei tamburi miscelati alla musica contemporanea di Adel Karanov, e supportato da immagini video, che mescola danza contemporanea e la danza Intori cioè la «danza degli eletti» riservata agli uomini.

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