Un capolavoro, in una sede di lavoro che per l'occasione diventa ad accesso libero, un quadro sacro ed antico in un contesto iper-contemporaneo: si fonda su questo felice mix la scelta di ospitare «Madonna col bambino, sant'Elisabetta e san Giovannino» del Bronzino nel grattacielo di Intesa Sanpaolo, a Torino.
Ne parliamo con Michele Coppola, responsabile Attività Culturali del gruppo bancario e profondo conoscitore d'arte e della tutela del patrimonio.
Portando in un edificio moderno, un grattacielo, un dipinto antico e sacro, se ne cambia la percezione?
«Il grattacielo, segno di contemporaneità, ha già dimostrato di saper valorizzare un dipinto di Tiziano dalla Pinacoteca di Brera, permettendoci di capire come l'arte e la pittura vadano oltre la categoria del tempo».
Come si è realizzata, per il ciclo L'Ospite illustre, la collaborazione con importanti musei, come il Capodimonte di Napoli?
«La rassegna ha portato alle Gallerie d'Italia di Napoli uno splendido Caravaggio dal Metropolitan Museum di New York, un dipinto di Picasso dal Thyssen-Bornemisza di Madrid e un ritratto di Antonello da Messina da Palazzo Madama di Torino. A Vicenza abbiamo accolto un Bellini da Capodimonte e un Tiepolo delle collezioni Intesa Sanpaolo è stato «ospite illustre» all'Ermitage di San Pietroburgo. Tutto questo attraverso la sinergia e il dialogo con i più importanti musei internazionali e italiani, grazie alla credibilità della banca e delle Gallerie d'Italia per la serietà e la dedizione dimostrate anche nell'ambito della cultura».
Questa iniziativa è un regalo alla città, ma anche ai dipendenti che lavorano nel grattacielo: che reazioni vi aspettate?
«Il grattacielo in soli due anni è diventato un luogo di riferimento per la vita di tutta la città e ha saputo aprirsi ai dipendenti, agli ospiti e ai torinesi con una serie di iniziative non solo culturali che lo rende per noi un motivo di orgoglio».
L'arte, persino quella antica e religiosa, può essere esposta ovunque? Con quali accortezze?
«Le mostre non nascono dall'esigenza di esporre dipinti per occupare spazi, ma sono ragione di studio, di approfondimento e di diffusione della conoscenza dell'arte e della cultura come elemento di
identità del nostro Paese. La contaminazione tra opera d'arte e il luogo che la ospita è sempre interessante e non può mai prescindere dalle misure di sicurezza e tutela che ne garantiscano la corretta conservazione».FAm
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