"Così Giulio ha convinto Napolitano"

La lettera inviata alla redazione del Giornale da Pasquale Cascella, consigliere del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Pubblichiamo la lettera integrale inviata alla redazione del Giornale da Pasquale Cascella, consigliere del Presidente della Repubblica. Nella lettera si sottolinea come fu proprio l'ex ministro Tremonti - nel novembre scorso - a chiedere al Capo dello Stato Giorgio Napolitano di manifestare la propria indisponibilità a firmare il decreto anti-crisi che il Consiglio dei ministri si preparava a emanare.

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Gentile direttore,
con riferimento all’articolo dell’on. Renato Brunetta, dal titolo «Toh, i tre decreti Monti li aveva già fatti il governo del Cavaliere», si rileva che i fatti ivi narrati non corrispondono alla effettiva dinamica delle relazioni tra il Presidente della Repubblica e il governo allora presieduto dall’on. Berlusconi.
In particolare, l’affermazione secondo la quale un «decreto Romano-Brunetta-Calderoli non fu approvato nel Consiglio dei ministri del 2 novembre 2011 perché il Quirinale aveva informalmente manifestato la propria indisponibilità a emanarlo, considerandolo privo dei requisiti di necessità e urgenza e di omogeneità richiesti» non tiene conto di circostanze assai rilevanti per l’esatta ricostruzione dell’accaduto.

Quel giorno, infatti, il capo dello Stato ricevette il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, prima della riunione del Consiglio dei ministri. Ed esplicito fu il richiamo alle posizioni espresse proprio dal titolare della politica economica nella lettera che il presidente della Repubblica scrisse al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Vi si riferiva che il ministro si era «detto convinto» si dovessero «definire solo le misure più urgenti tra quelle indicate», e lo si dovesse fare «nella forma - più praticabile anche dal punto di vista parlamentare e meno in generatrice di tensioni politiche - della presentazione di emendamenti alla legge di stabilità» in quel momento all’esame del Senato.

Il presidente della Repubblica ritenne di esprimersi a favore della soluzione indicata dal ministro per evitare l’adozione di «un coacervo di norme anche estranee» alla lettera di intenti ed obbiettivi inviata a Bruxelles dal Presidente del Consiglio il 26 ottobre, che avrebbe potuto «suscitare nuova confusione nell’opinione pubblica e nei mercati».


Dunque, nessuna «valutazione discrezionale» opposta ad altre più recenti, come sostiene l’ex ministro Brunetta, ma solo la presa d’atto di riserve motivate presenti all’interno della stessa compagine governativa e la ricerca di un veicolo normativo che consentisse di addivenire rapidamente all’approvazione delle misure più urgenti evitando più aspre tensioni fra le forze politiche.

Pasquale Cascella
Consigliere del presidente della Repubblica per la stampa e la comunicazione

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