Così i batteri in Italia sono dieci volte più resistenti agli antibiotici

G li ultimi dati sull’antibiotico resistenza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rivelano un dato preoccupante: l’aumento di 10 volte della percentuale di ceppi di Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, una classe di antibiotici che è sempre stata considerata come salva vita nelle infezioni gravi da microrganismi resistenti agli altri antibiotici. Secondo la rete di sorveglianza AR-ISS coordinata dal Dipartimento malattie infettive parassitarie e immunomediate (Mipi) e dal Cnesps infatti in Italia la frequenza di K. Pneumoniae resistenti ai carbapenemi nelle sepsi è passata dall’1.6% del 2009 al 16% del 2010 ed i dati relativi al 2011 indicano un aumento ulteriore. L’aumento di batteri resistenti agli antibiotici rappresenta infatti un serio problema, poiché la mancanza di antibiotici efficaci può avere conseguenze non solo sul trattamento delle infezioni, ma su tutta la medicina moderna. «La resistenza ai carbapenemi - dice Annalisa Pantosti, direttore del reparto Malattie batteriche, respiratorie e sistemiche - è nella grande maggioranza dei casidovuta alla presenza di un enzima (la carbapenemasi) che è in grado di distruggere gli antibiotici della classe dei beta-lattamici, inclusi i carbapenemi: pertanto il microrganismo diviene resistente anche a questi antibiotici di ultima risorsa». Nel contesto Europeo, l’Italia è uno dei paesi con più alta antibiotico-resistenza. La frequenza di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, per esempio, è intorno al 40%, contro una media europea del 17%. Negli ultimi anni ha destato particolare preoccupazione la comparsa di batteri Gram-negativi multi-resistenti, specialmente di specie che producono beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL). Nel resto d’ Europa, con l’eccezione significativa della Grecia e di Cipro e, in maniera minore, dell’Ungheria, la frequenza di K. pneumoniae resistente ai carbapenemi è inferiore al 2%. In Italia la carbapenemasi più frequente è chiamata KPC (per Klebsiella pneumoniae carbapenemasi); questo è l’enzima più frequente anche in altri paesi europei (Grecia) ed in Israele.

Lo scorso anno ha destato moltoallarme la emergenza della carbapenemasi chiamata NDM-1 (per new Delhi metallo-beta-lattamasi), che dal subcontinente indiano si è diffusa in varipaesi europei, compresa l’Italia, fino ad ora fortunatamente in modo limitato.
gloriasj@unipr.it

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