Onofrio Lopez
Rafforzare la presenza dell'occhialeria italiana nel mondo presidiando le quote di mercato dalla concorrenza globale, ma soprattutto mettere in vetrina una delle grandi eccellenze del made in Italy. Il Mido, la fiera dell'occhialeria più importante al mondo che si conclude oggi a Milano, si propone questo obiettivo. E si può dire che l'abbia raggiunto a sentire le parole di Giovanni Vitaloni, presidente di Anfao (l'associazione di Confindustria che riunisce le imprese della filiera dell'occhiale), di Mido e ad di Nico-design, azienda piemontese che opera con i marchi Vanni e Derapage. Vitaloni è il primo numero uno di Anfao a non essere espressione del fortissimo distretto del Nord Est, un chiaro segnale che per confermare la leadership bisogna, oggi più che mai, fare squadra.
Presidente Vitaloni, quali sono le sfide con le quali il comparto italiano dell'occhialeria dovrà confrontarsi quest'anno?
«Il focus del 2018 è mantenere la quota di export nella nostra produzione che per l'85% è destinata al mercato estero. La priorità è continuare a lavorare su più fronti per consolidare la nostra posizione competitiva. In primo luogo, bisogna rafforzare la comunicazione sull'importanza delle lenti progressive. Poi, bisogna difendere il nostro posizionamento negli Stati Uniti che rappresentano oltre un quarto del nostro export. Infine, confidiamo in un ulteriore recupero sul mercato francese dopo che le nostre aziende sono state in grado di riassorbire lo shock dovuto ai tagli delle coperture sanitarie pubbliche».
Il Mido 2018 si è svolto nel segno dell'innovazione a 360 gradi.
«L'innovazione è il filo rosso che unisce tutta la catena manifatturiera dell'occhialeria. Dall'innovazione di prodotto a quella digitale a quella della comunicazione. Nella sezione «Mido Tech» abbiamo realizzato un'installazione con un pavimento luminoso di 500 metri quadrati che si riflette su un soffitto a specchio, proprio per simbolizzare l'importanza che per noi riveste la tecnologia ma anche una creatività senza fine. Basti solo ricordare che ognuno dei 1.305 espositori porta in rassegna almeno 50 modelli per un totale di oltre 100mila articoli in esposizione».
Il Mido è anche un'opportunità per le aziende innovative, non è vero?
«La sezione «Lab Academy» è espressamente dedicata alle startup, cioè ad aziende che sono nate negli ultimi tre anni. La capacità di Mido è proprio saper leggere le tendenze attraverso le grandi intuizioni dei piccoli artigiani. Nella vicina sezione «Mido Tech», invece, espongono le aziende che producono strumenti e macchinari utilizzati nell'industria ottica, uno dei comparti dove la componente tecnologica fa la differenza per consentire la realizzazione di prodotti innovativi e unici. Sono due anime unite indissolubilmente perché se un prodotto è rivoluzionario, il merito va equamente diviso tra il designer e la tecnologia d'avanguardia che lo ha reso possibile. Senza dimenticare che il Mido è anche un'opportunità per sviluppare il business-to-business dell'occhialeria».
Un altro focus è stato dedicato al tema della prevenzione.
«La salute è un tema sensibile sia per l'Anfao che per il Mido. Siamo soci fondatori della Commissione Difesa Vista Onlus (Cdv), presieduta da Vittorio Tabacchi, che si dedica alla sensibilizzazione sulla salvaguardia della vista. Tutte le volte che un i camion della Cdv arriva in una città la gente accorre numerosa per fare uno screening gratuito. La prevenzione è importante e non soltanto a livello medico. Da questo punto di vista il Mido è un'occasione per condividere esperienze, progetti e buone pratiche per massimizzare l'efficacia delle azioni e dei messaggi, anche attraverso nuove forme di collaborazione tra gli attori del settore».
Qual è il sentiment prevalente negli operatori che hanno partecipato al Mido 2018? Che prospettive ci sono per il settore dell'occhialeria?
«Il Mido è un grande palcoscenico sul quale tutti i segmenti del mercato diventano protagonisti. I numeri ci stanno dando ragione e possiamo dire che l'occhialeria italiana ha saputo superare la grande crisi del biennio 2009-2010. Le pmi italiane hanno saputo reagire al contesto sfavorevole trasformandosi da produttori in creatori di marchi da portare in tutto il mondo. Il Mido è un grande storytelling di un comparto che rappresenta il 70% del mercato globale degli occhiali di fascia medio-alta».
Il made in Italy ha bisogno di essere sostenuto e difeso. Quali sono le priorità che volete fare presenti alle istituzioni?
«Il nostro principale è il ministero dello Sviluppo economico.
Auspichiamo soprattutto continuità nelle politiche di sostegno all'internazionalizzazione. Sono stati portati avanti molti progetti specifici in questo senso che hanno avuto molto successo. Chiediamo semplicemente che questo discorso non venga interrotto».
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