Così Obama si prepara a bombardare i siti nucleari iraniani

Se vuoi la pace prepara la guerra. Da qualche settimana l'antico motto romano (si vis pacem para bellum) riecheggia dallo Studio ovale al Pentagono e sembra aver la meglio sui proclami di Barack Obama sempre pronto, fin qui, ad assicurare di confidare solo nel negoziato per risolvere la questione nucleare iraniana. I fatti parlano chiaro ed emergono da un memo con cui il Pentagono destina la bellezza di 68 milioni di dollari allo sviluppo delle Mop (Massive Ordinance Penetrator) i più potenti ordigni anti bunker mai sperimentati, gli unici in grado di annientare i laboratori sotterranei dove lavorano gli scienziati nucleari di Teheran. Il documento è diventato pubblico grazie alle gole profonde dell'emittente televisiva Abc, le stesse che nell'ottobre del 2007 avevano reso noto lo stanziamento di 88 milioni di dollari per lo sviluppo delle "super bombe" da 15 tonnellate capace di distruggere obiettivi nascosti sotto più di 70 metri di terra e cemento.
Oggi, stando alle fonti dall'Abc dentro il Dipartimento alla Difesa, un certo numero di quei mostruosi ordigni conosciuti in gergo come big blue sono quasi pronti per la sperimentazione. Il problema maggiore è però il loro trasporto. L'unico aeroplano in grado di utilizzarle efficacemente, secondo il Pentagono, è il bombardiere B2, il cosiddetto velivolo fantasma. Il problema è come inserire quei giganteschi ordigni all'interno di una fusoliera dove tutto, dal peso alla silhouette è studiato per sfuggire alle onde elettromagnetiche. Non a caso l'ufficio amministrativo del Pentagono destina solo a questa ricerca oltre 21 milioni di dollari. Lo stanziamento, scrive il documento, «è destinato ad accelerare l'integrazione delle Mop nell'aereo B2. Il dipartimento ha una "Urgente impellenza operativa" rivolta a colpire con efficacia obiettivi sotterranei in scenari ad alta pericolosità... il B2 è considerato la migliore piattaforma per contribuire allo sviluppo di questa necessità indicata da Pacom, Centcom e Stratcom».
In quelle sigle e in quella frase sibillina mimetizzata in un documento di oltre 93 pagine in cui si affrontano centinaia di altre questioni meno urgenti e riservate si nasconde, secondo molti analisti, il cambio di strategia di Casa Bianca e Pentagono. Un cambio di strategia innescato dalle operazioni d'intelligence che hanno portato all'individuazione, per stessa ammissione iraniana, di un laboratorio nei pressi di Qom sfuggito finora a qualsiasi ricerca. Il Centcom, il comando centrale di Tampa guidato dal generale Petraeus, è il comando competente per tutte le strategie riguardanti l'Iran, l'Afghanistan e l'Irak. Pensare all'utilizzo di un big blue in scenari come quello afghano dove gli obiettivi più profondi sono le trincee talebane o in quello iracheno sarebbe paradossale. L'unico scenario adeguato per dispiegare le Mop resta dunque quello iraniano. Anche perché l'unica valida alternativa sarebbe l'impiego di ordigni nucleari tattici con tutte le controindicazioni che questo comporterebbe a livello di opinione pubblica internazionale.
«Le Mop sono le armi scelte per far fronte all'Urgente impellenza operativa e il loro sviluppo procederà parallelamente ai programmi fin qui già avviati... questa - sottolinea il documento ribadendo l'urgenza dei nuovi fondi - è una nuova partenza». La nuova partenza è garantita da altri due capitoli di spesa che prevedono diciannove milioni di dollari per rendere immediatamente operativi quattro esemplari del big blue e di 28 milioni di dollari per avviare la sperimentazione pratica della "super bomba". E chi definiva quel documento un semplice bluff studiato per intimorire Teheran si è già dovuto ricredere.

Venerdì scorso, dando immediata applicazione alle raccomandazioni del Pentagono, il dipartimento alla Difesa ha firmato un contratto da 51 milioni di dollari che affida agli ingegneri della McDonnel Douglas l'integrazione delle super bombe nella carlinga dei bombardieri fantasma.

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