Non si butta via niente. Si può, si deve, o almeno si deve provare a riciclare tutto. È un po' questa la sfida che aziende grandi e piccole, italiane e straniere, devono far propria per affrontare l'emergenza ambientale, per contribuire a contenere sprechi ed emissioni e, soprattutto, per muoversi concretamente verso la transizione energetica in atto. Come? Innovazione, ricerca, impegno e costanza, oltre che risorse e investimenti.
In Italia a dare il buon esempio e farsi promotore di quest'approccio sostenibile e virtuoso è sicuramente Acea, gruppo attivo nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei settori idrico, energetico e ambientale, come dimostrano una serie di progetti e impianti all'avanguardia destinati al settore del recupero nelle plastiche. Tra questi spicca l'impianto in via di realizzazione a Cittaducale (Rieti), destinato alla selezione e al recupero dei materiali plastici provenienti da raccolta differenziata urbana. Con un investimento complessivo di 35 milioni di euro, tratterà circa 90 kton/anno ed è il più grande, in termini di capacità, di Acea e del Centro Italia.
Il nuovo Centro di selezione (CSS), che entrerà in esercizio entro il 2024, effettuerà anche per conto dei sistemi consortili, la selezione per tipologia di materiale e colore dei rifiuti e degli imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta differenziata urbana ed industriale. Dal processo di lavorazione si otterranno diverse tipologie di prodotti pronti ad avere una seconda vita sotto forma di bottiglie in Pet, flaconi e film in polietilene o cassette per ortofrutta e imballaggi misti. L'impianto, caratterizzato da un livello tecnologico e di performance elevato, si aggiunge al portafoglio di Acea Ambiente come terzo CSS, dopo quelli di Demap a Beinasco (TO) e Cavallari (AN). Grazie alle sue caratteristiche si integrerà anche con gli impianti di MEG (VR) e Serplast (TE) per il riciclo dei materiali plastici e la generazione di materia prima seconda.
Aumentare al massimo il riciclo della plastica è anche l'obiettivo del progetto P2Me, abbreviazione di Plastic to Methanol, che ha lo scopo di dare una seconda vita a tutti quei rifiuti plastici eterogenei, in gergo tecnico plasmix, che altrimenti sarebbero destinati alla termovalorizzazione o alla discarica, quindi buttati. Per recuperarli e riutilizzarli, Acea Ambiente ha messo in campo un processo ad alto tasso innovativo, sostenibile ed efficiente capace di recuperare materia e ricollocarla sul mercato, garantendo l'abbattimento delle emissioni rispetto ai processi di smaltimento attuali.
In parallelo, il Gruppo porta avanti anche altre iniziative in materia, come l'utilizzo di polimeri riciclati per la realizzazione di pavimentazioni stradali.
Si tratta di un progetto sperimentale avviato da Acea Ambiente con la Città Metropolitana di Torino e il Politecnico del capoluogo piemontese che, fondato sui principi di economia circolare e di sostenibilità ambientale, potrebbe portare a soluzioni in grado di trasformare i rifiuti delle plastiche in asfalti sostenibili, sicuri e con alti standard qualitativi, da usare negli oltre 2.900 chilometri della rete stradale di Torino.
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