Così Ruggeri ha perso (e dovuto rifare) il suo "Nuovo swing"

In un libro, incidenti e trionfi di un grande cantautore rock sempre fuori dal coro

Così Ruggeri ha perso (e dovuto rifare) il suo "Nuovo swing"
00:00 00:00

Entrare nell'officina musicale dei grandi artisti è sempre interessante e talvolta divertente. Per chi legge. Molto meno per chi racconta un'esperienza personale. Prendiamo a esempio lo strepitoso, per noi, ma forse agghiacciante, per lui, aneddoto snocciolato da Enrico Ruggeri nel suo 40 vite (senza fermarmi mai) pubblicato da La nave di Teseo. Nessuno oggi negherebbe lo status di classico al brano Nuovo Swing (1984). Una vera dimostrazione di talento: per la melodia, classica ma citazionista e dunque postmoderna; per il suono, da qualche parte tra Modugno e la New Wave; e per il testo che esibisce rime inaudite come vedremo tra poco (i sedicenti rapper italiani si preparino pure a prendere nota). Ruggeri aveva sfiorato la notorietà con i Decibel, ma il gruppo si era sciolto all'improvviso, per motivi legati al contorno manageriale. Nel 1984, era quindi in cerca di un successo personale che consolidasse la sua fama. Eppure la casa discografica Cgd non si entusiasmò per Nuovo Swing. Il direttore generale restituì il testo all'autore «con due righe sottolineate in rosso (come a scuola!) nelle quali sosteneva il fatto che una parola nuova e sconosciuta come session men non poteva far rima con una parola ormai desueta come refrain. In generale tutti dicevano che un pezzo così retrò non sarebbe riuscito a ottenere il pass per il Festival e che in ogni caso non avrebbe mai funzionato». Ruggeri si impuntò: era il brano giusto, anche per Sanremo, a Pippo Baudo sarebbe piaciuto. La Cgd accontentò il suo talento e fece le cose in grande. Era una scommessa. I discografici puntarono forte.

«In studio vennero convocati i migliori jazzisti italiani e il maestro Franco Monaldi, un luminare degli arrangiamenti per orchestra, si mise al lavoro scrivendo le partiture. Il pezzo venne benissimo, raffinato, sontuoso, pieno di gusto e di energia. La mattina seguente lo ascoltammo estasiati, arrivavano dagli uffici impiegati e dirigenti, nei corridoi non si parlava d'altro. Poi ci mettemmo al lavoro su un'altra base: il tecnico, però, commise un errore sciagurato. Invece di iniziare a registrare dopo Nuovo swing schiacciò il tasto rec mentre era all'inizio del nastro, registrando sopra alla canzone. In pratica, aveva cancellato tutto: la preziosa (e costosissima) performance dei migliori musicisti italiani, che nel frattempo erano tornati ai loro impegni nelle varie parti del Paese, dopo aver emesso regolare fattura, non esisteva più».

Una autentica sciagura che costringe a registrare una nuova versione del brano. Al posto della batteria, c'è una LinnDrum elettronica. Al posto del basso e dei fiati c'è una tastiera. E ora diciamo l'indicibile: quell'incidente fu benedetto dalla buona sorte. Infatti il fascino di questo brano risiede nella dichiarata simulazione della classicità: i suoni sintetici lo mandano in orbita, non ce ne vogliano i migliori jazzisti italiani che parteciparono alla seduta d'incisione.

Naturalmente, ma questo lo sappiamo già, Nuovo Swing fu un successo, anche a Sanremo.

Abbiamo scelto una delle canzoni simbolo di Enrico Ruggeri per raccontare questa autobiografia musicale in cui si passa da Pernod (sul suicidio, col sorriso amaro tra le labbra) a Il mare d'inverno (lo struggimento nostalgico dell'amore), la rassegna di una carriera per alcuni versi ancora da scoprire nella sua gigantesca estensione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica