Su due quotidiani italiani ieri alcuni commentatori avevano chiesto che il Vaticano rompesse il suo silenzio, che qualcuno parlasse. E il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha parlato. Lo ha fatto dicendo innanzitutto di condividere la preoccupazione già espressa dal capo dello Stato. Un segnale in questo senso, a dire il vero, era già arrivato quattro giorni fa con la decisione di mettere in pagina su L’Osservatore Romano la nota del Quirinale che esprimeva preoccupazione per lo scandalo. Il cardinale non deve aver gradito di essere stato dipinto da qualcuno come un acritico sostenitore del Cavaliere e ha dunque ritenuto opportuno di far sapere che quanto sta accadendo non passa certo inosservato Oltretevere. Ha scelto dunque di rispondere alle inevitabili domande sul caso Ruby che gli sono state rivolte al margine dell’inaugurazione della casa di accoglienza del Bambin Gesù. Ha risposto perché aveva deciso di dire qualcosa. «La Chiesa – ha spiegato il principale collaboratore di Benedetto XVI – spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità». Parole che si applicano innanzitutto al presidente del Consiglio, ma che vengono estese anche alla magistratura, esplicitamente citata nella risposta del Segretario di Stato.
Spiegando che «il Vaticano segue con preoccupazione le vicende italiane», e che «la Santa Sede ha i suoi canali e le sue modalità di intervento», Bertone ha lasciato anche intendere che in ogni caso l’intervento non avviene attraverso pubblici appelli, ma nel rapporto tra Stati. Il Segretario di Stato ha quindi aggiunto di condividere il «turbamento» già espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per quanto pubblicato sui giornali riguardo alle accuse mosse al premier. Una preoccupazione, sottolineano le fonti vaticane, non soltanto legata all’immagine e al decoro del nostro Paese, ma anche alla stabilità e alla governabilità in una fase delicata della vita sociale ed economica dell’Italia.
L’intervento,
estemporaneo ma non casuale di Bertone anticipa dunque le parole che lunedì pronuncerà ad Ancona il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, aprendo i lavori del Consiglio permanente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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