Cotral, infornata di stagisti

Primo quesito: cosa fa un’azienda che ha talmente tanti addetti da non sapere più dove metterli? Che per evitare di accatastare le scrivanie deve affittare un altro ufficio da 425 metri quadri? Risposta semplice, basta prendere il caso di Cotral: seleziona quasi 160 stagisti per gonfiare ulteriormente l’organico, senza nemmeno andare troppo per il sottile. Come titolo di studio, infatti, si fa bastare anche un qualificante brevetto di volo o un pregiatissimo diploma di stilista di moda.
Secondo quesito: come si regola un’azienda che non brilla per la salute dei bilanci e tantomeno per la qualità del servizio reso agli utenti? Facile: chiama questi tirocinanti per 4 mesi, concede loro un rimborso di circa 800 euro ogni 30 giorni e promette di stabilizzarli al più presto. «Insomma crea nuovo precariato, appesantisce il bilancio e lascia un’eredità pesantissima a chi dovrà occuparsi del problema con l’insediamento della giunta Polverini», come denuncia Bruno Prestagiovanni, vicepresidente uscente del Consiglio regionale.
È tempo di grandi manovre nell’azienda che assicura i collegamenti su gomma tra tutti i comuni del Lazio. C’è fermento prima del rompete le righe, si prendono decisioni per decreto prima che l’arbitro si porti il fischietto alla bocca e sancisca la fine dei giochi. Recentissimi sarebbero alcuni avanzamenti di grado, promozioni quantomeno inopportune vista la delicatezza del momento, ma la vera nota stonata è la grande infornata di stagisti.
«Qualcuno ha mangiato la foglia - precisa Prestagiovanni - rinviando la firma dei contratti, ma le intenzioni erano fin troppo chiare: tra loro c’è gente che lavorava altrove con un contratto a tempo indeterminato e che, fiutata l’opportunità, si è messa in aspettativa sperando di ottenere un posto nel ventre di Cotral. Qualcosa vorrà pur dire». Le voci, come sempre avviene in questi casi, si rincorrono: in fase di colloquio ai giovani sarebbe stato promesso un accordo sindacale, che quasi sicuramente avrebbe portato alla loro stabilizzazione. O prima o poi, in un modo o nell’altro. Con conseguenze evidenti: «Con atteggiamenti del genere si preclude all’azienda la possibilità di fare assunzioni per i prossimi anni. Non solo: si tradiscono anche le intenzioni, ci si smentisce da soli. La dirigenza aveva assicurato che i tirocinanti sarebbero stati per la maggior parte verificatori impiegati a bordo delle vetture, invece apprendo che 110 dovrebbero assumere ruoli amministrativi, solo 47 quello di controllore». Poche le luci, tante le ombre. Dichiarazioni altisonanti da un centrosinistra a caccia di legittimazioni postume, a dispetto del verdetto delle urne e dei mali fin troppo noti della regione: «Montino - accusa Prestagiovanni - assicura che i conti sono a posto, ma fa di tutto per drogare quelli delle società e delle agenzie a tempo scaduto.

Questi sono gli ultimi giorni della giunta Marrazzo, ma non si discostano molto da quelli che sono stati i suoi cinque anni di governo: una gestione della cosa pubblica che non tiene conto delle esigenze degli utenti, l’assenza totale di una visione politica. A mio avviso manca, ed è sempre mancato, l’attaccamento all’istituzione».

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