È entusiasmante l'operazione di carotaggio nel cuore delle dichiarazioni Irpef che gli italiani hanno presentato l'anno scorso per spiegare all'amministrazione fiscale quanto hanno guadagnato nel 2016. Perché si scoprono cose... ad esempio: aumentano i poveri e i poverissimi e aumentano i ricchi e i ricchissimi. Partiamo dall'inizio: nel 2017 (redditi 2016) le dichiarazioni Irpef sono aumentate rispetto all'anno precedente: da 40.770.277 a 40.872.080. Una crescita percentualmente piccola, dello 0,1%, ma si tratta comunque di 101.803 persone in più.
Dei 40.872.080 contribuenti quelli che hanno dichiarato zero redditi sono passati da 680.471 nel 2015 a 759.694 nel 2016 con una crescita di 79.223 unità mentre gli italiani che hanno dichiarato di guadagnare più di 300mila euro sono passati da 34.022 a 35.719: 1.697 in più. A crescere sono anche tutte le classi di reddito a partire dai 55mila euro in su mentre le sole classi di reddito che mostrano un calo di contribuenti sono quelle di chi dichiara fino a mille euro l'anno, oltre a tutte le classi di reddito fino ai 6mila euro l'anno. Quindi, ricapitolando: cala il numero di italiani che guadagnano poco, che in parte finiscono nella categoria di chi non guadagna niente e in parte sale nella categoria superiore, e aumentano gli italiani che guadagnano bene e che nel 2017 hanno guadagnato benissimo. Effetto ripresa?
Sì, ma bisogna precisare alcuni dettagli. Il più importante è questo: tra il 2012 e il 2014 il numero di chi dichiarava nessun guadagno era crollato del 36,8%. Un segno inequivocabile dell'uscita dalla povertà assoluta di migliaia di italiani che sono riusciti ad emergere dall'inferno del "reddito: zero". Ma questa tendenza si è interrotta nel 2016 quando questa classe di reddito (si fa per dire) si è popolata, come detto, di quasi 80mila persone. E' vero che in questa categoria possono rientrare anche liberi professionisti e artigiani che non riescono a farsi pagare o persone che sono in credito con lo Stato, ma una crescita del 10,5% dopo anni di calo dovrebbe far riflettere.
Dall'altra parte crescono, invece, e in modo anche robusto, il numero di coloro che guadagnano dai 55mila euro l'anno in su. Mettere in relazione la crescita dei poveri e la crescita dei benestanti e dei ricchi e ricchissimi con le politiche economiche di governi di sinistra che si succedono dal 2013 è una tentazione fortissima.
Ma è chiaro che ciò che è successo è stato influenzato soprattutto dalla crescita economica che, nella sua versione italiana, ha interessato soprattutto il Nord. Come si vede dai grafici di queste pagine elaborati dal sito di data journalism Truenumbers.it la stragrande maggioranza di chi dichiara zero reddito si concentra, infatti, in una manciata di regioni del Sud: in Calabria, ad esempio, il 44,6% di chi ha presentato una dichiarazione ha dichiarato fino a 10mila euro così come il 40,9% dei siciliani e il 39,8% dei molisani.
Naturalmente il tutto al netto della lotta all'evasione fiscale. Nel senso che si va a vedere il numero assoluto di persone che l'anno scorso hanno presentato una dichiarazione Regione per Regione si scopre che il maggior numero di chi l'ha fatto risiede in Lombardia: 7,1 milioni di persone, ed è coerente con il fatto che la Lombardia sia la Regione più popolosa d'Italia. Al secondo posto per numero di dichiarazioni presentate c'è il Lazio; 3,8 milioni di moduli, ed anche questo è coerente con il fatto che il Lazio sia la seconda Regione più popolosa d'Italia. Ma la terza Regione italiana più popolosa è la Campania che, invece, per numero di dichiarazioni presentate, è solo al sesto posto con 3,1 milioni; meno delle meno popolose Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
Infine un dettaglio: la distribuzione del carico fiscale tra i diversi
scaglioni. Il ministero dell'Economia, riferendosi ai redditi del 2013, fa notare che l'1,34% di tutti i contribuenti italiani che hanno dichiarato oltre 100mila euro l'anno pagano quasi il 17% di tutta l'Irpef versata in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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