Uno dei perquisiti ha pubblicato su Instagram una fotografia con altre 7-8 persone con fucili in mano (nella foto) nelle vicinanze di un tornello della Metropolitana Lilla, la 5. Mentre un altro ha postato un video in cui si vede lui stesso sparare, verosimilmente con una pistola finta.
Ha incluso anche il controllo di profili Instagram, Tik Tok e di video postati su YouTube la maxi operazione messa a segno dalla polizia di stato in molte province italiane contro la criminalità giovanile di gruppo. Più di 800 poliziotti, coordinati dal servizio centrale operativo (Sco) sono stati utilizzati sul territorio di Ancona, Arezzo, Bergamo, Bologna, Brescia, Campobasso, Caserta, Como, Fermo, Forlì-Cesena, Genova, Gorizia, Imperia, L'Aquila, Lecco, Messina, Milano, Monza-Brianza, Napoli, Novara, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rieti, Siena, Terni, Trieste, Udine, Varese e Verona.
Doveroso un focus su Milano, dove nel 2023 sono stati in netta crescita i minori denunciati o arrestati per rapine, minacce e lesioni. E dove in una settimana i poliziotti della squadra mobile, i colleghi dell'ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, quelli della divisione anticrimine e dei commissariati hanno arrestato un minorenne e 18 persone tra i 18 e i 28 anni, accusati perlopiù di rapine e furti in strada ma fermati anche per esecuzioni di ordinanze di custodia cautelare. Denunciati inoltre 20 soggetti (tre i minorenni) e identificate 844 persone (198 i minorenni). Sono seguiti quindi i controlli di 130 veicoli oltre a numerose perquisizioni, prevalentemente su persone che avrebbero potuto trovarsi in possesso di armi, tutto in riferimento all'analisi dei social network. Alal fine infatti sono stati sequestrati 4 coltelli a serramanico, mazze da baseball, spray urticanti e bastoni telescopici. Sono stati rinvenuti anche 250 grammi di cocaina, oltre un chilo e mezzo di hashish e marijuana, 12 grammi di eroina e varie pastiglie di ossicodone.
In una settimana i poliziotti hanno esaminato e monitorato
in particolare 57 profili su Instagram, 5 su TikTok e un profilo su YouTube. All'autorità giudiziaria è stato chiesto di oscurare alcuni di questi profili per incitamento alla violenza, anche contro le forze dell'ordine.
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