Roma - Sino a mezzo milione di posti di lavoro a rischio nel 2009 per effetto della crisi. È la prospettiva contenuta nel Rapporto sul mercato del lavoro del Cnel, riferita all’ipotesi peggiore per i prossimi mesi, quando "la disoccupazione continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo". In particolare, il rapporto messo a punto dalla commissione dell’informazione, indica la stima che nell’anno possa esserci una perdita di posti di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurati in forze di lavoro e tra le 620mila e le 820mila in termini di Ula (Unità lavorative annue). Quanto ai disoccupati, potrebbero aumentare in una forchetta che oscilla tra le 270mila e 460mila unità.
Posti di lavoro a rischio Il tasso di disoccupazione a fine anno potrebbe collocarsi, nella peggiore delle ipotesi, "poco al di sotto del 9%". Nello specifico, le tabelle indicano un range tra il 7,9% come ipotesi ottimista e l’8,6% come ipotesi sfavorevole (8,3% lo scenario base). Peggio per le donne, per le quali il tasso di disoccupazione è atteso al 10% nel dato medio annuo, nello scenario base, rispetto all’8,5% del 2008, mentre per gli uomini passerebbe dal 5,5 al 7,1%. "Cruciali" nel determinare "caratteristiche e intensità della ripresa", viene quindi sottolineato, saranno gli ultimi mesi del 2009 ed i primi del 2010. Per questo motivo, "è importante che vi sia piena consapevolezza del fatto che nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito, così come diventa determinante anche l’impulso che le stesse parti sociali e le autorità regionali potranno dare agli strumenti in loro possesso (enti bilaterali, fondi interprofessionali, risorse regionali e soprattutto comunitarie)". Ad oggi, comunque, viene inoltre rilevato, "gli ammortizzatori sociali si stanno dimostrando più efficaci del previsto nel fronteggiare la caduta dell’occupazione" e le risorse stanziate dal governo, anche con il concorso delle regioni, destinate agli strumenti ordinari e straordinari, "coprono la maggior parte dei lavoratori".
Pil in calo del 5,7% La crescita dell’economia italiana nel 2009 può essere collocata all’interno di una "forchetta" i cui estremi sono compresi fra una contrazione che supera il 5,5%, attestandosi ad un -5,7% nello scenario più pessimista, ed una caduta inferiore al 5%, al 4,7%, che costituirebbe la soluzione più favorevole a partire dalle tendenze in corso. Nel Rapporto sul mercato del lavoro 2008-2009 del Cnel, si legge che i consumi nazionale a prezzi costanti potrebbero invece segnare un calo del 2,3%. "Siamo in una fase di forte difficoltà e di grande incertezza" ma, tuttavia, la crisi internazionale "sembra mostrare alcuni segnali di attenuazione. Vi sono, a livello mondiale, indicatori che appaiono rivelare una ripresa, sia pure lieve, dell’attività economica. È probabile, dunque, che il punto più basso della recessione sia stato superato". Il Cnel, aggiunge, "promuoverà tutte le azioni necessarie nelle sue competenze per assicurare al paese una strategia di uscita dalla crisi che sia virtuosa, efficace e che faccia riprendere una crescita basata sulla produttività, l’occupazione e la dinamica salariale".
Superato il punto più basso Alla metà del 2009 la crisi economica internazionale sembra mostrare "alcuni segnali di attenuazione". Secondo il Cnel, "ci sono, a livello mondiale, indicatori che appaiono rivelare una ripresa sia pure lieve dell`attività economica. E` probabile, dunque, che il punto più basso della recessione sia stato superato". L'interrogativo che si pone oggi è quello di "capire i tempi necessari per ritornare su un sentiero di crescita economica - spiega il rapporto - le strategie più adeguate per accelerare la ripresa e le modalità attraverso le quali potrà ripercuotersi sul mercato del lavoro". Tutti i maggiori istituti di previsione internazionali concordano nel ritenere che il 2010, pure in presenza di una ripresa del pil, "sarà un anno difficile sul fronte dell'occupazione, con disoccupazione in aumento. La crisi economica internazionale ha progressivamente investito il mercato del lavoro con la caratteristica comune a tutti i paesi di "distruggere posti di lavoro - evidenzia il rapporto - accrescere la disoccupazione e ridurre il reddito dei lavoratori".
Una riforma per il lavoro "I risultati ottenuti dall’attuale sistema di ammortizzatori sociali, così come è stato rafforzato per il biennio, non eliminano la necessità di una riforma del sistema - di cui si parla dal 1997 - ma ne possono consentire una discussione più equilibrata e più completa". Il Cnel sottolinea che "porrà questo argomento al centro della riflessione dei prossimi mesi, unitamente a quella più complessiva sul futuro del sistema di welfare in Italia".
Sottolineando che, comunque, la platea dei beneficiari non è universale, per il Cnel "una riforma degli ammortizzatori sociali deve tenere conto di alcuni elementi determinanti", a partire dalle "condizioni di accesso ai sostegni al reddito e le compatibilità di un livello di carattere universale con i costi in termini di sostenibilità finanziaria"; ma anche dal "rafforzamento delle azioni di formazione e di orientamento, ancora oggi troppo slegate dai bisogni reali del mercato del lavoro, se si vuole riorientare il sentiero di sviluppo dell’economia italiana sui cosiddetti green jobs o i white jobs (lavori legati ai servizi socio-sanitario-assistenziali alla persona o alle famiglie)".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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