La crisi infrange in sogno Bulgari e il titolo crolla in borsa (-9,5%)

Il lusso si arrende alla crisi e anche i conti di Bulgari non brillano più. Il titolo della maison romana, dopo aver archiviato un bilancio deludente, ieri è crollato in Borsa lasciando sul terreno il 9,5% a 6,67 euro. Bulgari ha chiuso il 2009 in rosso per 47 milioni di euro, da un utile di 82,9 milioni dell’anno passato; dimezzato il dividendo a 0,05 euro per azione.
A deprimere i conti hanno inciso soprattutto costi straordinari per 37 milioni. Un dato inatteso per la gran parte degli analisti, anche se dal quartier generale della società sottolineano di aver «messo in allerta il mercato già a gennaio».
Due mesi fa, Bulgari aveva annunciato un calo del fatturato 2009 del 13,8% a 926,6 milioni di euro. A crollare sono state soprattutto le vendite di orologi scivolate del 24,5% rispetto al 2008, a seguire gli accessori (-27,2%), poi i profumi (-14,9%) e infine i gioielli (-14,4%), cancellando così il tabù secondo cui il lusso è immune alla crisi. «I risultati sono stati fortemente impattati dalla crisi mondiale dei mercati finanziari e dei suoi riflessi sulla domanda di beni», ha spiegato l’amministratore delegato di Bulgari, Francesco Trapani, aggiungendo che nei primi due mesi dell’anno le vendite sono cresciute sopra il 6%.
Ma a parere degli esperti la delusione non è arrivata dalle vendite, già stimate deboli: «Per difendere la forte caduta del fatturato, Bulgari ha sacrificato i margini», spiega un analista. Nel 2009 il margine lordo è sceso al 61,1% sotto le stime del 63 per cento.
Immediata anche la reazione dei brokers. Citigroup ha tagliato il prezzo obiettivo sul titolo da 4,6 a 4,1 euro. Secondo gli analisti americani il titolo è sopravvalutato, Bulgari quota 41,6 volte gli utili stimati per quest’anno, a premio del 110% rispetto la media del settore. Per Crédit Suisse in Borsa vi sono altri titoli più attraenti, come Swatch e Richemont che quotano a multipli meno cari, hanno una buona esposizione nei mercati emergenti e maggiore forza competitiva.
La delusione non si limita ai conti del 2009. Per quest’anno Bulgari prevede un fatturato in crescita tra il 4 e il 6% e un margine lordo al 63%. Il mercato si aspettava decisamente di più. «Se ne ricava un bit implicito di 60 milioni, a fronte di un’attesa di 80 milioni», spiega un analista.

«Bisogna tornare coi piedi per terra perché Bulgari non è la bella novella raccontata negli ultimi mesi: quella di una società del lusso in grado di superare la crisi senza difficoltà», aggiunge un gestore, secondo cui bisognerà attendere altri 2-3 anni per tornare ai margini storici del gruppo. Dal quartier generale chiariscono di aver operato una «pulizia di bilancio per ripartire con maggiore slancio nel 2010, già da aprile rialzeremo i prezzi medi del 3 per cento».

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