Crociata lombarda per difendere l’hub di Malpensa

Marcello Chirico

Roma attacca e Milano risponde. Dopo il Protocollo sottoscritto dal Comune capitolino con Alitalia, Enac, Camera di commercio e Federalberghi romana a difesa di Fiumicino non più tardi di 8 giorni fa, ecco arrivare ora la replica pro-Malpensa della Regione Lombardia. Autore Roberto Formigoni, che in questo modo ha voluto dimostrare quanto possa essere utile alla causa un governatore «prestato» al Senato.
Perché sarà infatti da lì, da uno dei principali rami istituzionali del Paese, che stavolta Formigoni darà vita alla difesa dell’hub milanese. Con un’interpellanza-interrogazione al premier Romano Prodi già depositata a Palazzo Madama e assolutamente bipartisan, perché a sottoscriverla sono 24 senatori lombardi, 4 dei quali appartenenti al centrosinistra (3 diessini e un margheritino). Tutti insieme chiedono, al governo, il mantenimento degli accordi del 2002 sul sistema aeroportuale lombardo e, ad Alitalia, «nessun passo indietro sullo scalo di Malpensa». E quindi l’aumento di 10 voli l’anno sull’Europa e di 15 per le mete intercontinentali, accrescendo le frequenze e alzando del 20% l’offerta nazionale e internazionale. Tutto questo nei prossimi tre anni, come già pattuito quattro anni fa.
A sostegno della propria richiesta, i 24 senatori sottolineano la crescita del 60% dei passeggeri registrata tra il ’97 e il 2005 dai tre aeroporti milanesi, con un incremento specifico solo su Malpensa del 5,8% (contro una media europea del 4,9). A fronte di ciò, la truppa lombarda chiede al governo di «riferire in aula sulle reali intenzioni di Alitalia», considerato la situazione in cui versa attualmente il vettore nazionale, «evidenziata anzitutto dall’andamento del titolo in Borsa, sospeso negli ultimi giorni per eccesso di ribasso».
«Da governatore, apprezzo fortemente l’azione del senatore Formigoni e dei suoi colleghi a difesa di Malpensa - si è ironicamente auto-celebrato Formigoni - perché bisogna tutelare un bene non solo per la Lombardia ma per l’intero Paese. Sono anni che la Regione sostiene lo sviluppo del proprio hub, sul quale ha investito duemila miliardi di lire. Non abbiamo nulla contro Fiumicino, ma sarebbe sbagliato mettere i due scali uno contro l’altro penalizzando lo sviluppo di Malpensa».
Cosa che, peraltro, proprio ieri Prodi - a Milano insieme all’intera Unione per spingere la candidatura di Ferrante - ha condiviso: «Malpensa è un punto fermo per Milano - ha detto il premier - e lo si deve collegare pure con la Tav. L’obbiettivo è avere due hub forti in Italia». A tal propostito, l’assessore leghista al Territorio Davide Boni ne ha approfittato per ricordare a Prodi che «il nuovo Piano d’area di Malpensa, quello che definisce infrastrutture e delocalizzazioni, è pronto. Occorre solo la firma dei direttori dei ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture per diventare esecutivo. Speriamo che Pecoraro Scanio e Di Pietro li autorizzino al più presto».


«Di sicuro - ha tenuto a sottolineare Raffaele Cattaneo, sottosegretario regionale ai Trasporti - per la prima volta i senatori lombardi riescono a fare lobby e a battere tutti insieme un bel colpo, perché il rischio che il Nord venga penalizzato esiste. Ci voleva un Formigoni senatore per rendere possibile tutto ciò».

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