Assolto dallo stupro perché "lei era sbronza". Ma il processo è da rifare

Il presunto aggressore era stato assolto in secondo grado perché, a detta dei giudici, la vittima "era sbronza". La Cassazione ha annullato la sentenza d'Appello

Assolto dallo stupro perché "lei era sbronza". Ma il processo è da rifare

"Non voglio! Che ca*** stai facendo?". Sarebbero state queste le parole pronuciate dalla vittima quando, nel bagno di un locale del centro di Torino, il presunto aggressore tentò di abbassarle i pantoli per toccarla nelle parti intime. Ma i giudici della Corte di Appello del capoluogo piemontese decretarono che non ci fu alcuno stupro decidendo di assolvere l'imputato con queste motivazioni: "Non si può affatto escludere che al ragazzo, la giovane abbia dato delle speranze, facendosi accompagnare in bagno, facendosi sporgere i fazzoletti, tenendo la porta socchiusa, aperture lette certamente dall’imputato come un invito a osare. Invito che l’uomo non si fece ripetere, ma che poi la ragazza non seppe gestire, poiché un po’ sbronza e assalita dal panico". Ieri, giovedì 2 marzo, la Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio: il processo è da rifare.

Il processo

Come ben spiega il Corriere.it, il presunto aggressore era stato processato con rito abbreviato. In primo grado, come da richiesta del pm Fabiola D'Errico, fu condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni. In secondo grado, invece, la sentenza venne annullata perché secondo i giudici "la ragazza era sbronza". Oltre al racconto della vittima che, secondo il gup, era stato reso con "dichiarazioni reiteratamente ribadite con costanza, precisione e coerenza, oltre che in sintonia con le ulteriori risultanze acquisite", c'era anche la zip strappata dai pantaloni di lei. Un dettaglio che la corte di Appello aveva valutato così: "L’unico dato indicativo del presunto abuso potrebbe essere considerato la cerniera rotta, ma l’uomo non ha negato di aver aperto i pantaloni della giovane, ragione per cui nulla può escludere che sull’esaltazione del momento, la cerniera, di modesta qualità, si sia deteriorata sotto forzatura". Il giovane era stato assolto perché "il fatto non può essere inteso come inequivocabilmente deponente in senso accusatorio dalla Procura generale".

Il presunto stupro

L'episodio si consumò nel bagno di un locale del centro di Torino. Qualche mese prima tra i due ragazzi - entrambi ventenni - c'era stato un bacio. La sera del presunto stupro, la ragazza "ci teneva a chiarire con l'amico che il bacio scambiato al loro precedente incontro - spiegava il giudice dell'udienza preliminare - era da intendersi come un fatto episodico, in quando lei non aveva alcuna intenzione di iniziare una relazione sentimentale".

Di risposta il giovane le aveva detto di avere un debole per lei "sicché non avrebbe perso le speranze e sarebbe stato disponibile a iniziare un rapporto sentimentale non appena lei l’avesse voluto". Circostanza che, a detta della vittima, non si verificò mai.

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