Caso Salis, Gabriele Marchesi torna libero: no all'estradizione in Ungheria

I giudici della corte d’appello di Milano hanno posto l’accento sulle condizioni delle carceri a Budapest e sulla sproporzionalità della pena

Caso Salis, Gabriele Marchesi torna libero: no all'estradizione in Ungheria
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Torna libero Gabriele Marchesi, coindagato di Ilaria Salis ai domiciliari da fine novembre: la Corte d'Appello di Milano ha stabilito che non verrà consegnato all'Ungheria. Il 23enne era accusato di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell'11 febbraio 2023. La decisione dei giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera è arrivata a poche ore dalla decisione di Budapest di negare i domiciliari alla Salis, costretta a tornare dietro le sbarre. A partire da oggi, Marchesi non è più ai domiciliari ed è tornato un libero cittadino. Tre i motivi che hanno spinto i giudici a negare l'estradizione: le condizioni delle carceri in Ungheria, non aver fornito indicazioni sull'istituto che avrebbe accolto Gabriele Marchesi e la sproporzionalità della pena.

Entrando nel dettaglio della decisione dei giudici, la Corte ha elencato diverse normative e sentenze. I giudici hanno ricordato che Marchesi è un "giovane dotato di fissa dimora, sconosciuto alle carceri italiane, incensurato, si è sempre presentato in udienza e un inserimento in carcere anche temporaneo sarebbe percepita come particolarmente degradante", considerando lo stato delle carceri ungheresi. Emblematico quanto evidenziato nell'ultimo report internazionale del 2018: le galese di Budapest risultano gravate da rischi di violenza, insufficienti garanzie igieniche e"la non certezza di accesso ai colloqui con i familiari" potrebbe essere un "grave pregiudizio". Ma non solo: secondo i giudici, la durata del processo "e la complessità degli accertamenti per stabilire se ha partecipato ai fatti" non può scongiurare il "reale rischio che sia leso uno dei suoi diritti fondamentali" e che eventuali "trattamenti degradanti" possano nuocere alla sua vita psichica, sostiene la corte d'appello di Milano.

"Sono contento": questa la breve battuta di Marchesi dopo la decisione della

Corte d'Appello meneghina. Ricordiamo che il 23enne era accusato con Ilaria Salis di lesioni aggravate potenzialmente letali ai danni di due hammerskin in occasione delle manifestazioni neonaziste del «Giorno dell'Onore».

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