Daniela Lo Verde, 53 anni, è una dirigente scolastica che ha scelto di lavorare a Palermo, in uno dei quartieri più difficili, lo Zen, a contatto con la criminalità organizzata, con la violenza e il disagio sociale. Per la sua attività nell’istituto scolastico "Giovanni Falcone" è stata anche insignita del titolo di cavaliere al merito della Repubblica, un’onorificenza che le ha permesso di ottenere una notevole visibilità a livello nazionale. Ma ora la preside è finita nelle maglie della giustizia con l’accusa di peculato e corruzione. I carabinieri l’hanno arrestata nell'ambito di una indagine coordinata dai pm della procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise. Insieme a lei, adesso ai domiciliari, è stato relegato nella sua abitazione il vicepreside Daniela Agosta.
L’indagine
Secondo gli inquirenti la dirigente scolastica, con l’aiuto del collaboratore, si sarebbe appropriata del cibo per la mensa dell'istituto scolastico, computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei. Nell’indagine è coinvolta anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, la dipendente del negozio R-Store di Palermo che alla preside avrebbe regalato tablet e cellulari in cambio della fornitura alla scuola, in aggiudicazione diretta e in esclusiva, del materiale elettronico.
In particolare la preside avrebbe messo in condizione la dipendente, pure lei ai domiciliari, di fare preventivi su misura a discapito di altre aziende sempre per acquisiti realizzati nell'ambito di progetti finanziati dal Pon o da enti pubblici. Tra questi il finanziamento di 675mila euro per la scuola dell'infanzia, il progetto denominato "Stem", il progetto P.o.. denominato "Edu Green" di 17.500 euro e il Decreto "Sostegni Bis" per le scuole.
Le intercettazioni
Daniela Lo Verde è indagata perché avrebbe trafugato prodotti alimentari destinati alla mensa scolastica. A giugno scorso i carabinieri hanno intercettato la prima di una serie di conversazioni tra la donna e la figlia dalle quali si evince che la dirigente si portava a casa gli alimenti, comprati con i fondi europei per gli alunni. Mentre lavorava in ufficio in compagnia della figlia, tra una pratica e l'altra, la preside impartiva alla ragazza indicazioni sugli alimenti da riporre all'interno di un sacchetto da portare nella loro abitazione.
"Questo me lo voglio portare a casa, questi me li voglio portare a casa ... poi mettiamo da parte... poi vediamo cosa c'è qui ... li esci e li metti qui sopra...", si sente nell’intercettazione che risale al 15 giugno. "Il riso ... lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo ... benissimo ... ora sistema sopra il frigorifero ... questa cosa di origano mettila pure per casa. Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto ... poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside, ndr)", le altre frasi pronunciate dalla dirigente. Le parole della donna sarebbero ulteriormente riscontrate dalle videocamere piazzate dai carabinieri che la mostrano riempire delle buste di alimenti presenti nell'ufficio di presidenza.
I computer
Nell'agosto del 2022, per l'ennesima volta, furono rubati computer dall'aula magna della scuola. Un episodio denunciato sui media dalla stessa Lo Verde, che ne discuteva con il vicepreside. I due, non sapendo di essere intercettati, si rallegravano perché il furto aveva portato contributi alla scuola. "Per un cornuto, un cornuto e mezzo – diceva Agosto alla preside – ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!".
E la dirigente rivendicava il merito di aver reso pubblica la notizia"proprio al fine di cavalcare l'onda, pubblicizzare ancora di più il suo personaggio di preside integerrima, in prima linea, e ottenere attestazioni di stima, solidarietà, ma soprattutto soldi e aiuti economici dalle istituzioni", ha commentato il gip. Il sindaco di Palermo, attraverso la Fondazione Sicilia, dopo i fatti assegnò all'istituto un contributo di circa tremila euro per riacquistare le attrezzature rubate.
Il ruolo dell’ex docente dell’istituto “Falcone”
L'inchiesta è nata dalla denuncia ai carabinieri di una ex insegnante dell'istituto che ha raccontato agli inquirenti di una "gestione dispotica della cosa pubblica da parte dell'indagata", ha scritto il gip, gestione che era impossibile contrastare salvo correre il rischio di ritorsioni. L'insegnante ha descritto la dirigente come "avvezza alla violazione delle regole": da quelle sull'emergenza sanitaria a quelle dei finanziamenti europei.
Gli indagati avrebbero attestato falsamente la presenza degli alunni all'interno della scuola anche in orari extracurriculari per giustificare l'esistenza di progetti Pon di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte, nella considerazione che la mancata partecipazione degli studenti avrebbe inciso in maniera direttamente proporzionale sulla quota parte dei fondi destinati per ciascun Pon alla dirigenza.
Oltre al cibo delle mense scolastiche la preside si sarebbe appropriata di computer e tablet acquistati con i fondi europei per la scuola. In un’altra intercettazione Lo Verde parla sempre con la figlia: "Che è un nuovo Mac?", chiedeva la ragazza alla donna. "Sì ora ce lo portiamo a casa", rispondeva la madre.
"Anche in questo caso, così come già evidenziato in relazione agli iPad – si legge nella misura cautelare – la genuinità delle conversazioni registrate fugavano ogni ragionevole dubbio sulle reali intenzioni della preside in ordine al nuovo Mac".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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