Corruzione, Ricucci condannato a 6 anni di reclusione

L'impenditore è accurato per presunte utilità in cambio di una sentenza d'appello favorevole per una società riconducibile a Ricucci nella causa che la società aveva perso in primo grado contro l'Agenzia delle Entrate

Corruzione, Ricucci condannato a 6 anni di reclusione
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L'imprenditore Stefano Ricucci è stato condanno a 6 anni di reclusione con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. I giudici della seconda sezione collegiale del tribunale di Roma hanno emesso la sentena nei confronti dell'imprenditore per presunte utilità in cambio di una sentenza d'appello favorevole per una società riconducibile a Ricucci nella causa che la società aveva perso in primo grado contro l'Agenzia delle Entrate. Il contenzioso riguardava un credito Iva di 8,8 milioni. Pena identica a quella di Ricucci è stata comminata agli altri due imputati, l'ex consigliere di Stato Nicola Russo e l'imprenditore Liberato Lo Conte.

Secondo i giudici, per schivare il credito Iva, l'imprenditore avrebbe elargito numerosi favori e organizzato importanti cene di un certo tenore nei confronti di Russo, che avrebbe potuto agevolarlo. Nel corso del processo, però, Ricucci si è sempre dichiarato innocente per le accuse a lui mosse, senza tuttavia riuscire nell'intento di convincere i giudici della sua innocenza. Non è la prima vicissitudine giudiziaria per l'imprenditore, un tempo odontotecnico, e non è nemmeno l'ultima perché, come riferisce la Repubblica, c'è un altro processo pendente nei suoi confronti per aver istigato amici, soci e parenti a raccontare il falso in aula.

Meno di due mesi fa, a ottobre, la Corte di Cassazione ha confermato la multa da 5milioni di euro per Stefano Ricucci e per la sua società, Magiste, per aver manipolato il mercato nel tentativo di scalata alla società editrice Rcs. Rispetto all'ammontare stabilito dalla consob, la Corte d'appello aveva dimezzato la richiesta, trovando conferma anche in Cassazione.

I giudici del Palazzaccio hanno quindi respinto il ricorso avanzato dall'imprenditore, che si opponeva all'ammenda amministrativa in quanto per quello stesso reato aveva già scontato la sua pena in carcere. Motivazione respinta e multa confermata.

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