"Così ha ingannato i consumatori". Tutte le carte che inchiodano Ferragni

Il comunicato stampa, il "collarino", i post sui social: nel decreto di giudizio immediato per truffa aggravata le accuse per il Pandorogate

"Così ha ingannato i consumatori". Tutte le carte che inchiodano Ferragni

"Inducendo in errore un numero imprecisato di acquirenti - su tutto il territorio nazionale - in ordine all'operazione commerciale "pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni", ed in particolare alla correlazione tra l'acquisto del prodotto e il contributo alla raccolta di fondi a favore dell'Ospedale Regina Margherita di Torino, si procuravano - con corrispondente danno alle persone offese" un in ingiusto profitto. Questa è la prima accusa contenuta nel decreto di giudizio immediato notificato questa mattina ai difensori di Chiara Ferragni, del suo ex braccio destro Fabio Damato e all'imprenditrice Alessandra Balocco per il reato di truffa aggravata.

Ai tre viene contestato di avere concordato e realizzato una "campagna promozionale consistita - tra l'altro - nella diffusione al pubblico di informazioni sull'iniziativa a mezzo di comunicato stampa ufficiale pubblicato in data 2 novembre 2022 e di cartiglio apposto sul prodotto; pubblicità ingannevole condivisa via social media e web, attraverso almeno n. 4 instagram post e n. 12 instagram stories pubblicati sui canali gestiti da Fenice s.r.l. e sui canali personali di Chiara Ferragni; nell'ambito della quale venivano propalate informazioni fuorvianti attraverso locuzioni quali "il pandoro Chiara Ferragni le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall'ospedale Regina Margherita di Torino".

In questo modo l'accordo consentiva di "commercializzare il prodotto al costo medio di acquisto pari a circa € 9,37 per confezione, a fronte di circa € 3,68 del Pandoro Balocco tradizionale, così rafforzando nel pubblico la convinzione che la differenza di prezzo andasse a beneficio dell'Ospedale Regina Margherita di Torino". L'accordo prevedeva anche di , "omettere di riferire che, contrariamente al messaggio promozionale, Balocco S.p.a Industria Dolciaria aveva effettuato in data 2 maggio 2022 un versamento di € 50.000 a favore dell'Ospedale Regina Margherita di Torino, e che nessuna correlazione sussisteva tra tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni" e di "concordare di non fornire spiegazioni a chi – attraverso i medesimi canali utilizzati per la promozione del prodotto – avanzava richieste volte a conoscere l'effettiva quota destinata all'iniziativa benefica".

In questo modo sia la Ferragni che la Balocco avrebbero realizzato un "Ingiusto profitto conseguito dalle società TBS Crew s.r.l. e Fenice s.r.l. e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a € 1.075.000 + iva. Ingiusto profitto conseguito da Balocco S.p.a Industria Dolciaria e per il suo tramite anche dalla persona fisica, consistito nella vendita al pubblico di almeno 362.577 pandori "Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni" ". A tutti gli imputati viene contestata " l'aggravante di aver profittato di circostanze di luogo e persona tali da ostacolare la privata difesa, in considerazione delle modalità di veicolazione del messaggio e della diffusività della condotta".

Il secondo capo d'accusa vede la Ferragni e Damato imputati per l'operazione assai simile realizzata per l'imprenditore Francesco Cannillo "inducendo in errore un numero imprecisato di acquirenti - su tutto il territorio nazionale - in ordine all'operazione commerciale "Uova di Pasqua Chiara Ferragni -- sosteniamo i Bambini delle Fate", ed in particolare al fatto che l'acquisto del prodotto avrebbe contribuito a sostenere l'impresa sociale "i Bambini delle Fate". I raggiri sarebbero consistiti oltre che nel comunicato stampa ufficiale pubblicato in data 1 marzo 2021 e nel collarino apposto sul prodotto" nella "pubblicità ingannevole condivisa via social media e web, attraverso almeno n. 3 instagram post e n. 3 instagram stories pubblicati sui canali gestiti da Sisterhood s.r.l. e sui canali personali di Chiara Ferragni: nell'ambito della quale venivano propalate informazioni fuorvianti attraverso locuzioni quali “usiamo la Pasqua per fare del bene [...] le mie uova supportano i bambini delle fate [...] per me era molto importante fare anche del bene tramite queste uova e quindi sosteniamo questa impresa sociale [...] acquista le uova di @ChiaraFerragniBrand realizzate con @DolciPreziosiOfficial questo progetto speciale sostiene "1 Bambini delle fate".

Anche qui Ferragni e Cannillo avrebbero omesso di omettere di "riferire che, contrariamente al messaggio promozionale, Cerealitalia-ID s.p.a. aveva sottoscritto in data 6 novembre 2020 un modulo di adesione con il quale si impegnava a corrispondere l'importo di € 1.000 + iva mensili a favore dell'impresa sociale “i Bambini delle Fate", e che nessun legame sussisteva tra tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto "Uova di Pasqua Chiara Ferragni- sosteniamo i Bambini delle Fate" e concordato di "di non fornire spiegazioni a chi -- attraverso i medesimi canali utilizzati per la promozione del prodotto - avanzava richieste volte a conoscere l'effettiva quota destinata all'iniziativa benefica o pubblicava commenti in tal senso".

Stessa operazione, sempre in accordo con Cannillo, per la campagna "Dolci preziosi", sfociata nei post dell'influencer elencati nel capo di imputazione: "Chiara Ferragni partecipa, anche quest'anno, all'iniziativa di Dolci Preziosi e dell'azienda Cerealitalia a sostegno dell'impresa sociale "I Bambini delle Fate [...] sosteniamo i Bambini delle fate [...

] Anche quest'anno io e Dolci Preziosi abbiamo deciso di sostenere I bambini delle Fate di @franco_e_andrea con delle uova di Pasqua @chiarafferagnobrand [...] Troppo fiera di sostenere I bambini delle fate". E via di questo passo, in un profluvio di buoni sentimenti dietro i quali - dicono i pm milanesi - c'era solo la voglia di fare business.

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