Cutro, arrestato il sesto e ultimo scafista responsabile del naufragio: è un siriano

Si trovava già in carcere a Lecce per altri reati il sesto scafista di Cutro, l'unico ancora ricercato dopo il naufragio di febbraio 2024

Cutro, arrestato il sesto e ultimo scafista responsabile del naufragio: è un siriano
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Il sesto e ultimo scafista del naufragio di Cutro dello scorso febbraio è stato arrestato. L'operazione è stata condotta dalla Polizia di Stato e dalla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone su ordine della procura della Repubblica. L'arrestato è un soggetto di nazionalità siriana, fortemente indiziato, a vario titolo, del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, del reato di naufragio colposo di imbarcazione adibita a trasporto di persone nonché del reato di morte come conseguenza di delitto. L'ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto l'uomo presso la Casa Circondariale di Lecce ove risulta ristretto in quanto destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalla DDA di Lecce nell’ambito dell’operazione “Astrolabio" condotta dal GICO della Guardia di Finanza di Lecce conclusasi nel gennaio del 2022.

Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, i migranti partirono dalla Turchia a bordo dell’imbarcazione Luxury 2, che durante la navigazione nel mar Egeo subì un guasto. Per questa ragione, i migranti vennero trasbordati su un'altra nave, il caicco Summer Love poi affondato a Cutro a causa di una manovra sbagliata di chi si trovava al timone. Il caicco entrò in acque italiane con due scafisti, turchi, uno fermato nell'immediatezza e l'altro dopo alcuni giorni di ricerche, rintracciato in Austria. I due turchi ottennero il supporto di altri quattro scafisti nella loro operazione, complicata dalla necessità di effettuare il trasbordo in alto mare. Due di questi erano di origine pakistana, assegnati alla gestione dei passeggeri e anch’essi sottoposti a fermo. Un quinto di origine turca è deceduto nel corso del naufragio e l’ultimo, quello di origine siriana, si era allontanato dal luogo facendo perdere le proprie tracce.

È stato un lavoro di indagine complicato, effettuato sulla base delle testimonianze dei superstiti, delle analisi delle celle telefoniche e dei cellulari rinvenuti, ma anche grazie all'utilizzo dei dati estrapolati dal Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini (SARI).

Quest'ultimo strumento è stato fondamentale, in quanto ha permesso la comparazione del volto del soggetto sopra raffigurato con quello dei soggetti tratti in arresto in Italia successivamente al 26 febbraio 2023 per reati afferenti l’immigrazione clandestina. Con l'ultimo arresto, si è chiuso il cerchio attorno ai responsabili del naufragio e della morte di 94 persone.

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