La vodka, le botte, lo stupro. Ma per l'egiziano la 14enne era consenziente

La spiegazione del 21enne sulla violenza sessuale sulla ragazzina a Busto Arsizio non ha convinto la gip, che ha infine deciso di tenerlo in carcere per la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato. Tradotto: potrebbe rifarlo

La vodka, le botte, lo stupro. Ma per l'egiziano la 14enne era consenziente
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Le urla di dolore non è riuscito a spiegarle. Neanche i lividi sul corpo della ragazzina, presa a botte perché si rifiutava di dire di sì al sesso con lui. Il 21enne egiziano arrestato per violenza sessuale nei pressi della stazione di Busto Arsizio non si è chiuso nel silenzio, come era sua facoltà, ma ha risposto a tutte le domande del giudice preliminare. Proponendo la più classica delle linee di difesa delle violenze sessuali: "Lei aveva acconsentito al rapporto". La sua spiegazione non ha convinto la gip, che ha infine deciso di tenerlo in carcere per la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato. Tradotto in parole semplici: la circostanza è così grave, e gli indizi a suo carico così schiaccianti, che è logico pensare che potrebbe rifarlo tranquillamente, da un momento all'altro.

Il 21enne, residente a Rozzano, difeso dall'avvocato Antonio Rullo, era arrivato in Italia da ragazzino dall'Egitto. É rimasto in una comunità per minori fino al compimento della maggiore età, poi ha iniziato una vita di espedienti per sopravvivere. La sua ultima dimora era la strada, di fatto. Ma era bravo a usare i social network: su Instagram ha conosciuto la ragazzina, o per meglio dire l'ha adescata. L'ha convinta ad avere un primo incontro, andato liscio per la verità.

Una volta conquistata la sua fiducia, le ha proposto un secondo appuntamento: solo lui sa se aveva già in mente di tentare un approccio sessuale. Erano le 19 circa, c'è ancora luce in questa stagione, quando si sono recati in una zona dimessa di Busto Arsizio. Qui l'ha convinta ad appartarsi. Hanno bevuto vodka e le ha rivolto le prime avances. Al rifiuto di lei, non si è rassegnato. L'ha picchiata fortissimo (la ragazzina ha avuto una prognosi di 50 giorni) e l'ha violentata. Poi l'ha rivestita alla bene e meglio. Il racconto di un testimone ad alcuni giornalisti arrivati sul posto è drammatico. Ecco le sue parole: "La ragazza era contro al muro, rannicchiata, tremava, non diceva nulla, emetteva lunghi singhiozzi... Mi hanno detto che è stata portata in ospedale. Una scena disumana".

Dal rapporto delle assistenti sociali, anticipato dal Giornale - che non escludono di allontanarla dalla famiglia di origine per omessa vigilanza su minore "sulla 14enne ha preso il sopravvento il desiderio di fare amicizia sui social, di avere un amico tutto suo, qualcuno con cui parlare, confidarsi e magari intrecciare una relazione - scrivono le professioniste nel loro referto -.

Nella minore emerge anche la volontà di integrarsi in un mondo dal quale spesso si sente esclusa...Non le sembrava vero di aver incontrato questo ragazzo, anche lui di origini straniere, e non vedeva l'ora di conoscerlo".

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