Era stato condannato circa tre anni fa a 14 anni e 10 mesi di reclusione, per violenza sessuale. Proprio pochi giorni fa è stato però scarcerato a causa delle sue condizioni di salute: Rodolfo Fiesoli sconterà quindi il resto della pena ai domiciliari, in una residenza sanitaria assistita della provincia di Padova. E Fratelli d'Italia ha annunciato un'interrogazione in Parlamento per conoscere nel dettaglio le motivazioni che hanno indotto i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Venezia a scarcerare l'uomo. Hanno inoltre fatto presente di aver già richiesto la calendarizzazione di una proposta di legge che chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso.
Già, perchè Fiesoli non è una persona qualunque: secondo la magistratura era il fondatore nonchè deus ex machina della comunità del Forteto. Sulla carta, doveva, com'è noto, trattarsi di una sorta di centro di recupero fondato nel 1977: aveva sede in Toscana, nel Mugello (a Vicchio, per la precisione) e si occupava della cura e del reinserimento dei minori vittime di violenza.
Gli abusi
Secondo quanto emerso dalle vicende giudiziarie e da tre commissioni di inchiesta regionali e nazionali, invece, all'interno della struttura si commisero abusi psicologici e sessuali nei confronti di minorenni e disabili provenienti sia da tutta la Toscana che dal resto d'Italia, dati in affidamento dal Tribunale dei minori alla cooperativa che gestiva il tutto.
Se l'associazione venne commissariata nel 2018, continuano ancora oggi a concretizzarsi cause di risarcimento da parte di "ex-bambini del Forteto" che, diventati adulti, chiedono giustizia per quanto subìrono durante la loro permanenza in comunità. L'ultima notizia in ordine cronologico, sotto questo profilo, è arrivata da Genova: qualche giorno fa, nell'ambito di alcune cause risarcitorie promosse da cinque vittime del Forteto, il giudice del tribunale civile ha invitato la presidenza del Consiglio dei ministri e il Comune di Vicchio a formulare un'offerta economica conciliativa a favore di due fratelli finiti tanti anni fa al Forteto. Proprio stamani, il deputato Giovanni Donzelli, ha annunciato in un comunicato stampa la volontà di Fratelli d'Italia di impegnarsi per far sì che anche gli ultimi aspetti della storia possano essere chiariti.
La posizione di Fratelli d'Italia
"Una scarcerazione, quella di Fiesoli, che infligge un’ulteriore evitabile ferita alle vittime. Come feriscono i misteri che ancora aleggiano su questa storia, come l’incredibile smarrimento o distruzione di alcuni fascicoli processuali - ha scritto Donzelli, in una nota - Fatti che dimostrano che c’è ancora molto da fare per la ricerca delle responsabilità su questa triste vicenda. Per questo motivo, assieme ai colleghi Francesco Michelotti e Chiara La Porta, ho presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere di conoscere le motivazioni che hanno portato alla decisione del Tribunale di Sorveglianza di Venezia". Accanto all'interrogazione, Fratelli d'Italia ha fatto sapere di aver inoltrato una proposta di legge per richiedere di istituire una Commissione d'inchiesta sul caso Forteto.
"Abbiamo già chiesto la calendarizzazione della proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per istituire una nuova Commissione d’inchiesta parlamentare sul caso. Se la questione processuale e penale è chiusa, restano ancora da definire almeno due aspetti: i risarcimenti alle vittime, oggetto di un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’Uomo, e le ragioni che hanno portato la comunità del Mugello a godere di una linea di credito politico e relazionale con le istituzioni e il sistema di potere toscano - ha concluso Donzelli - questioni che saranno al centro dei lavori della Commissione d’inchiesta parlamentare che FdI ha richiesto, con l’obiettivo di svelare finalmente ogni connivenza e responsabilità politica, ricostruire tutta la verità e rendere onore alla sofferenza patita dalle vittime di Fiesoli e dei suoi sodali. Vittime che lo Stato non può e non deve lasciar sole. Nel frattempo aspettiamo che sia fatta chiarezza sull’ultimo atto in termini di tempo: è ammissibile che il principale responsabile degli orrori del Forteto sia stato scarcerato e messo ai domiciliari dopo appena 39 mesi?"
Le parole del sindaco
Anche il sindaco di Vicchio, Filippo Carlà Campa, è intervenuto nelle scorse ore sull'argomento. Come citato poc'anzi, la comunità fondata da Fiesoli aveva sede proprio in un'area del Comune toscano. E in un commento rilasciato al quotidiano La Nazione, il primo cittadino di centrosinistra ha espresso un pensiero a favore delle vittime. “C'è una sentenza su quella drammatica vicenda, ci sono delle responsabilità accertate e dei condannati.
Come amministrazione comunale siamo sempre stati impegnati nella ricerca della verità, con vicinanza, solidarietà e sostegno alle vittime - le sue parole - non entro nel merito del provvedimento di scarcerazione del Tribunale per motivi di salute, ma sono convinto che darà ulteriore turbamento alle vittime e a tutti coloro che hanno sofferto. Ri-acutizzerà ferite profonde, ancora aperte”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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