Il giudice del Tribunale di Roma ha emesso tre sentenze di nessun luogo a procedere nei confronti di tre uomini accusati gravi perché non erano presenti all'udienza e, dunque, il processo "non può essere celebrato". Gli imputati - due stranieri (un romeno e un kosovaro) e un italiano (fiorentino) - dovevano rispondere, a vario titolo, di tentato stupro, violenza privata, atti osceni in luogo pubblico frequentato dai minori, maltramenti in famiglia e lesioni aggravvate.
Duplice tentativo di stupro
Il caso coinvolge un romeno di 67 anni, Costantin Marian Sarcila, accusato di un duplice tentativo di stupro nei confronti di due dipendenti di un salone di bellezza della Capitale. Il primo episodio risale al 18 ottobre del 2019: l'uomo avrebbe afferrato per i polsi una delle due ragazze (all'epoca dei fatti 24enne) salvo poi spingerla contro una grata. "Mi piaci molto, - le avrebbe detto - sono anni che non tocco una donna. Sei molto attraente, non posso farci niente: ti voglio sc...". La giovane era risuscita a dileguarsi rifugiandosi nel centro estetico. Dopo 14 giorni, il 67enne era tornato alla carica aggredendo un'altra dipendente del salone con la stessa modalità e la medesima giustificazione: "Sono anni che non tocco una donna, mi piaci". Per fortuna, la vittima era riuscita a liberarsi e scappare. Non contento, un mese più tardi, il romeno aveva aggredito un'altra ragazza mentre quest'ultima stava per salire in auto (episodio per il quale è accusato anche di violenza privata). Non è tutto. In quegli stessi giorni, Sarcila era stato sopreso mentre compiva atti osceni in luogo pubblico frequentato dai minori. Tutti i reati aggravati dal fatto che il 67enne fosse sotto l'effetto di alcol. Ieri, non si è presentato al processo.
La violenza sessuale
Il secondo caso riguarda il titolare di un forno romano, Safet Xharraj, un 49enne kosovaro, accusato di violenza sessuale nei confronti di una sua dipendente. L'episodio risale al 13 febbraio del 2019. La ragazza era andata in bagno, all'interno del negozio. L'uomo l'aveva seguita e, dopo essersi calato i pantaloni, le aveva afferrato con forza un polso, fino a procurarle un trauma. "Così compiendo atti idonei diretti in modo non equivoco a consumare un rapporto sessuale - si legge nell'imputazione della Procura capitolina -Non riuscendovi per la pronta reazione della vittima".
I maltrattamenti in famiglia
Il terzo caso, culminato con una sentenza di nessun luogo a procedere, coinvolge un 44enne fiorentino, Silvio H. (le iniziali del nome), accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Secondo l'accusa, avrebbe malmenato umiliato e minacciato la moglie e il figlio di 11. "Tu non vali niente - avrebbe detto alla compagna - Tanto ti trovo e ti taglio tutta. Ti ammazzo, è inutile che chiami l'ambulanza. Comunque ti trovo e ti ammazzo".
Cosa succede se gli imputati sono assenti
Secondo l'articolo 420 quater del Codice di procedura penale "all'imputato non comparso senza allegare alcun legittimo impedimento, quando non ne sia dichiarata la contumacia, deve essere necessariamente comunicato il rinvio dell'udienza, non potendo egli ritenersi rappresentato dal difensore".
In sintesi: come ricorda Valeria Di Corrado sulle pagine del Tempo, se l'imputato non c'è, il processo non può essere celebrato e si può riaprire solo nel caso in cui questi venga rintracciato in tempo utile alla prescrizione del reato. Prima della riforma Cartabia, invece, nel caso in cui non si riusciva a notificare all'imputato gli avvisi di udienza, il processo veniva rinviato sine die e i termini di prescrizione si interrompevano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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