Non aveva rispettato il provvedimento di espulsione che era stato emesso nei suoi confronti dal questore di Prato ormai tre anni fa, restando in Italia senza averne più titolo. E lo avrebbe fatto per un motivo surreale: a suo dire infatti, i voli che in quel momento collegavano l'Italia alla Cina erano relativamente pochi e tornare in patria in aereo sarebbe stato particolarmente costoso per lei sul piano economico, in quanto era ancora in corso l'emergenza sanitaria. Ma nelle scorse ore, il giudice di pace le ha dato ragione, riconoscendo con tutta probabilità la difficoltà di spostarsi in quel periodo. Protagonista della storia non priva di tratti surreali che arriva dalla Toscana è una donna di 40 anni originaria dalla Cina. Stando a quanto riporta stamani il sito web Notizie di Prato, la vicenda risale come detto a tre anni fa, in piena pandemia.
La quarantenne fu fermata il 18 maggio del 2021 sul territorio pratese dalla polizia, con gli agenti che accertarono a suo carico il provvedimento di espulsione emesso dal questore qualche giorno prima (il 13 maggio, a quanto pare) in seguito al decreto del prefetto di Prato. Scattò quindi la denuncia per la violazione riscontrata e la procura aprì un fascicolo. Le indagini andarono a quel punto avanti sino al novembre del 2021, quando per la cittadina straniera arrivò il decreto di citazione a giudizio. Il giudice di pace, davanti a cui si è celebrato il processo, ha ricostruito la vicenda attraverso l’istruttoria. I legali della donna hanno insistito sul fatto che in piena emergenza sanitaria, in un periodo in cui il traffico aereo si muoveva ancora tra mille incertezze ed altrettanti vincoli, il costo dei biglietti era particolarmente alto.
Tutto ciò aveva rappresentato a loro avviso un vero e proprio impedimento a dare corso al decreto di espulsione: in buona sostanza la quarantenne, secondo la difesa, non avrebbe rispettato il provvedimento e non avrebbe lasciato l'Italia perché non sarebbe riuscita in quel momento storico a trovare un biglietto aereo ad un prezzo accettabile. Anche considerando che il governo cinese impose limitazioni stringenti per quanto concerne gli ingressi e l'uscita dal Paese, con l'obiettivo di contenere il numero dei contagi.
E potrebbe essere stato proprio questo il fattore che ha convinto il giudice ad assolvere la donna. La sentenza è stata letta due giorni fa, con le motivazioni della stessa che saranno rese note nelle prossime settimane. E chissà che non possano esserci ulteriori sorprese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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