In un anno, il governo italiano è riuscito a ridurre sensibilmente gli sbarchi nel nostro Paese grazie agli accordi con i Paesi nordafricani. Ma le traversate non si sono fermate del tutto e questo implica il rischio concreto di nuovi naufragi e morti. Lo scorso 17 giugno un barcone salpato dalla Libia ha sbarcato a Lampedusa 54 migranti e 10 morti. La carretta del mare è stata trainata fino all'isola dal veliero Ong Nadir e anche in quell'occasione le organizzazioni non persero tempo ad accusare Europa e Italia per le loro "politiche di confine". Ma il lavoro della polizia giudiziaria non si fa influenzare dai soliti proclami propagandistici e nelle scorse ore è stata data esecuzione a due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla procura della Repubblica di Agrigento e dalla procura dei Minorenni di Palermo, nei confronti di due cittadini egiziani, di cui uno minorenne.
L'indagine è stata condotta presso l'hotspot di Lampedusa dallo Sco, dalla Sisco di Palermo e dalla Squadra Mobile di Agrigento, che hanno interrogato tutti i migranti che sono sbarcati da quel barcone per ricostruire quanto avvenuto dalla partenza allo sbarco, con particolare attenzione sulla traversata. I racconti dei migranti hanno permesso alla polizia di acquisire gravi elementi indiziari a carico dei due soggetti arrestati che avrebbero condotto l'imbarcazione, quindi scafisti, tenendosi in contatto con i trafficanti che operano sulle coste di Zuhar. Il minore pare fosse deputato al controllo dei migranti e sarebbe stato lui a impedire l'uscita dalla stiva durante il viaggio, causando così la morte delle 10 persone. In base alle testimonianze, il divieto sarebbe stato imposto sotto la minaccia di un coltello a serramanico ma sarebbe bastata una boccata d'aria ai malcapitati per arrivare vivi in Italia.
Questa ennesima tragedia è stata causata dai trafficanti di uomini e non, come insistono le Ong, dalle politiche europee e italiane. Finché non si toglie la gestione dei flussi di migranti dalle mani dei trafficanti, purtroppo, si continueranno a registrare morti e naufragi. La soluzione dev'essere una presa di coscienza corale contro l'immigrazione clandestina, che non può passare da una missione europea di soccorso, perché indirettamente questo è un incentivo al rafforzamento del traffico.
I Paesi europei e quelli africani devono trovare accordi e strategie per gestire alla partenza i flussi, rafforzando quelli regolari e scoraggiando ogni iniziativa illegale, colpendo i trafficanti e chi si affida a loro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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