Olimpiadi Milano-Cortina, accuse di corruzione e gare truccate: tre indagati

Le accuse sono corruzione e turbata libertà degi incanti. Indagati l'ex ad della Fondazione Vincenzo Novari e altri due manager

Olimpiadi Milano-Cortina, accuse di corruzione e gare truccate: tre indagati
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Corruzione e turbativa d'asta. Sono le ipotesi di reato alla base delle perquisizioni di questa mattina del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza nelle sedi di Fondazione Milano-Cortina 2026 e della Quibyt-ex Vetrya, società di Orvieto a cui sono stati assegnati i servizi digitali per l'evento. L'operazione è stata estesa anche agli uffici di Deloitte, subentrata all'azienda umbra. L'inchiesta è coordinata dai pm Milano Francesco Cajani e Alessandro Gobbis e dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. Ci sono tre indagati: si tratta dell'ex ad della Fondazione Milano-Cortina Vincenzo Novari, di un altro ex dirigente della Fondazione, Massimiliano Zuco, e di Luca Tomassini, rappresentante legale della Quibyt, la ex Vetrya spa di Orvieto. Le Fiamme Gialle sono state incaricate di effettuare perquisizioni, ordini di esibizione e ispezioni di sistemi informatici.

"Denaro e anche una Smart in cambio di appalti"

Come si legge nel decreto di ispezione, Novari è accusato, insieme a Zuco, di corruzione per avere compiuto, secondo l'accusa, tra il 2020 e il 2021, "atti contrari ai doveri d'ufficio", ovvero avere favorito "l'affidamento delle gare di Fondazione per l'ecosistema digitale" alla società di Orvieto. In particolare avrebbero ricevuto "denaro e altre utilità (quale l'auto Smart per Zuco, pagata direttamente da Tommasini tramite la società Vetrya)" e comunque ne avrebbero accettato "la promessa, con successive aggiudicazioni" delle gare, oltre a "emissioni di fatture da parte di Vetrya e di Quibyt (entrambe amministrate da Tommasini) nei confronti della Fondazioni, per importi non inferiori a 1.895.346,60 euro". Per l'accusa, Tomassini avrebbe favorito la nomina di Zuco a "digital director" e "cto" della Fondazione Milano-Cortina grazie ai "pregressi rapporti" con l'ad della Fondazione, Vincenzo Novari, procurandogli un incarico da 857.732 euro in due anni, dal 2020 al 2022.

Le conversazioni whatsapp

Alla base delle ipotesi accusatorie, ci sono alcune "conversazioni whatsapp" che conterrebbero "elementi indiziari" relativi al reato di turbata libertà degli incanti e anche in seguito agli approfondimenti, di corruzione. Nelle conversazioni - scrivono i pm - il "linguaggio degli interlocutori è esplicito sul punto". Ad esempio, in chat, l'imprenditore avrebbe ringraziato Zuco, che con la nomina era diventato titolare del potere di "stipulare contratti" e "affidamenti" in ambito tecnologico/digitale per le olimpiadi invernali, per le "cortesie" fatte "ultimamente". Gli avrebbe anche mostrato lo "screeshot" di una conversazione intrattenuta con Novari per dimostrare di "essere intervenuto" per favorirne la nomina.

Il tentativo di pilotare la scelta del logo

La Guardia di finanza segnala anche “profili di criticità quantomeno in relazione a tre affidamenti a Vetrya di servizi relativi al cosiddetto ecosistema digitale” operati da “Fondazione tra il marzo 2020 e il gennaio 2021 (e successivamente gestiti da Quibyt, dopo la messa in liquidazione di Vetrya), con Zuco sempre attivo in interlocuzioni con Tommasini in palese violazione degli elementari criteri di trasparenza ed imparzialità nella aggiudicazione di gare pubbliche”. Nel decreto gli inquirenti citano anche anche il presunto tentativo di pilotare il televoto per la scelta del logo di Milano-Cortina 2026 appalti dei servizi di digitalizzazione per l'evento. Nel mirino degli inquirenti anche alcune "interlocuzioni" affinché uno dei due loghi relativi all'evento "oggetto di 'televoto' pubblico (...) avesse la meglio sull'altro (in violazione dell'idea stessa di una 'giuria popolare' alla quale fosse deputata, in via esclusiva, la scelta del logo".

I dipendenti di Fondazione già conosciuti da Novari

E nel segnalare un "contesto di opacità", la Finanza rileva che nella Fondazione siano stati assunti dipendenti "che, come rilevano banche dati e fonti aperte, appare parte di una cerchia di soggetti conosciuti da Novari nell'ambito di suoi precedenti incarichi dirigenziali". E cioè, visto il suo notevole curriculum, in H3g, o per "cointeressenze societarie, principalmente in Bizboost, Softyou e Nhc (estranee all'inchiesta, ndr)". Gli inquirenti segnalano infine che i titolari di cariche amministrative all'interno Fondazione Milano Cortina 2026, ricoprono "la qualifica di pubblico ufficiale", nonostante il soggetto sia "formalmente privatistico".

Già lo scorso anno un'inchiesta di Altreconomia aveva messo in luce la presunta mancanza di trasparenza sull'affidamento dei servizi tecnologici al colosso della revisione e della consulenza da parte della Fondazione Milano-Cortina per 176 milioni di dollari. Nello specifico, le società coinvolte nel progetto globale "Pisa" (Particularised services agreement) di Deloitte sono Deloitte Consulting e Deloitte & Touche.

L'azienda di Orvieto ha sviluppato servizi e piattaforme innovative per un'altra importante manifestazione internazionale, il Padiglione italia a Expo Dubai 2020. Tra le soluzioni anche un sistema di teletrasporto virtuale basato su ologrammi 3D, denominato "Hologram talks".

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