Monfalcone, il Tar dà ragione ai centri islamici sulle moschee abusive

Il sindaco Cisint ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato. Salvini: “Solidarietà, necessario arginare l'arroganza di alcuni islamici”

Monfalcone, il Tar dà ragione ai centri islamici sulle moschee abusive
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Il Tar del Friuli Venezia Giulia ha accolto i ricorsi dei due centri culturali islamici di Monfalcone sulle ormai note moschee abusive. I giudici hanno dato ragione a Daru Salaam e Baitus Salat, che si erano opposti contro i due provvedimenti emananti dal sindaco Anna Maria Cisint in relazione a due immobili utilizzati dai centri culturali per la preghiera, ma aventi invece diverse destinazioni d'uso, che il Comune ordinava di ripristinare. Secondo il Tar il Comune di Monfalcone “non ha adeguatamente dimostrato che il mutamento d'uso costituisca ‘variazione essenziale’”.

Nel provvedimento "impugnato infatti: s'è erroneamente ritenuto che il mutamento della destinazione d'uso non fosse consentito per la zona dagli strumenti urbanistici comunali; non si è adeguatamente dimostrato che il mutamento di destinazione d'uso comportasse modifiche degli standard", riporta il Gazzettino. In una delle due sentenze viene evidenziato che l'interpretazione non solo non si fonda su alcuna esplicita previsione delle norme di piano, ma è con esse in contrasto nella misura in cui nelle zone residenziali sono espressamente ammessi i servizi e le attrezzature collettive. Senza dimenticare, ancora, che una interpretazione di questo tipo potrebbe risultare incompatibile con il quadro costituzionale.

Una sentenza che ha suscitato qualche mal di pancia all’interno del Comune, che ha già reso nota l’intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato. È necessario“garantire ai monfalconesi legalità e sicurezza”, la sottolineatura della prima cittadina leghista, finita sotto scorta per le minacce ricevute dagli estremisti islamici: “Leggerò con attenzione il contenuto dei provvedimenti ma non si può che rimanere sconcertati da una decisione che mortifica il rispetto delle norme che sovrintendono alle regole urbanistiche della nostra città e che devono essere rispettate da tutti, senza privilegi di sorta”.

Interpellata dall'Adnkronos, la Cisint ha ribadito che quei luoghi erano destinati ad altro uso, le stesse autorizzazioni che hanno le associazioni sono appunto diverse e verbali e documenti affermano che sono entrate in quei luoghi 1.900 persone circa, e per chi abita nei dintorni o sopra ha un certo impatto dato che da piano regolatore ci dovevano essere una pizzeria e una pescheria: "Ora il Tar ha fatto decadere l'ordinanza che chiedeva il ripristino dello stato d'uso: pizzeria per uno e pescheria per l'altro. Impugneremo la sentenza, e non sarebbe la prima volta, e mi viene un dubbio se per l'islam le regole sono diverse, mi domando se siamo ancora un paese di diritto".

Il Comune di Monfalcone farà ricorso per dimostrare la correttezza della sua azione, mirata a garantire ai cittadini le necessarie condizioni di legalità e sicurezza.

Una delle prime reazioni è stata quella del vicepremier Matteo Salvini: "Solidarietà al Comune di Monfalcone e al sindaco Anna Maria Cisint, dopo l'incredibile decisione del Tar che ha accolto i ricorsi di due centri culturali islamici. La vicenda ci ricorda due impegni fondamentali della Lega: riformare la Giustizia e arginare l'arroganza di alcuni islamici".

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