"Il problema essenziale è uno: la persona che ha ucciso mio figlio è libera. La rabbia c'è perché non si può lasciar fuggire uno che ha compiuto un crimine del genere, come hanno fatto in Spagna ma anche in Italia". A sei anni di distanza dalla morte del figlio Niccolò Ciatti, massacrato di botte in un locale durante una vacanza a Lloret de Mar, il padre non nasconde né il dolore né l'amarezza per i risvolti giudiziari che la vicenda ha successivamente assunto. E non ha nemmeno risparmiato una "stoccata" alla magistratura. Già, perché il ceceno Rassoul Bissoultanov, condannato sia in Italia che in Spagna per l'omicidio del giovane fiorentino, risulta latitante da ormai più di dodici mesi, per quanto sulla sua taglia penda ancora un mandato di cattura internazionale. Lo straniero, all'epoca dei fatti ventiquattrenne, fu arrestato sul territorio spagnolo nell'agosto del 2017 e rimesso in libertà dopo poco meno di quattro anni.
Dopo essere stato scarcerato, lasciò Girona e venne in seguito arrestato in Germania, per poi essere estradato in Italia. Nel dicembre del 2021 la Corte d'Assise di Roma lo scarcerò però per un difetto di procedura, accogliendo le istanze della difesa. E dopo aver fatto ritorno nella penisola iberica, Bissoultanov ne ha approfittato per fuggire. Nel frattempo la Cassazione aveva annullato l'ordinanza di scarcerazione emessa dalla Corte d'Assise, ma l'assassino sembra ormai aver fatto perdere le proprie tracce. E Luigi Ciatti non ha nascosto il rammarico per quanto avvenuto. "La Corte d'Assise ha fatto un errore irrimediabile. Lo hanno ammesso, ma gli ha consentito di fuggire quando era stato catturato. Purtroppo questo ha pregiudicato tutto: adesso questa persona si sta facendo la sua vita. Tutto ciò è assurdo - le parole del padre di Niccolò Ciatti, riportate nelle scorse ore dal sito FirenzeToday - in ogni caso ci auguriamo che una volta che le condanne siano definitive ci si attivi per andare a prenderlo. Queste condanne sono niente in confronto a ciò che hanno fatto a Niccolò, ma non si può immaginare che persone che hanno commesso un reato simile non paghino in alcun modo".
Bissoultanov è stato condannato in primo grado a 23 anni di reclusione dal tribunale di Roma, per una sentenza confermata in appello il mese scorso.
Ma potrebbe a quanto pare fare ricorso tramite il proprio legale, senza contare che la giustizia spagnola dovrebbe esprimersi entro l'anno per quanto concerne il terzo grado di giudizio (dopo esser stato condannato a 15 anni). Una vicenda che appare insomma tutt'altro che chiusa. E nelle prossime settimane potrebbero esserci novità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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