Morte ristoratrice: procura apre due fascicoli sul caso. Disposta l’autopsia

Il primo fascicolo è stato aperto prima della morte della donna per appurare l'identità dell'autore del commento che ha innescato tutto, il secondo subito dopo la morte della donna

Morte ristoratrice: procura apre due fascicoli sul caso. Disposta l’autopsia
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Le indagini su Giovanna Pedretti si muovono su un doppio binario: c'è un primo fascicolo che è stato aperto contro ignoti prima della morte della donna, sulla quale sono ancora in corso le indagini, per istigazione all'odio razziale contro chi si sarebbe lamentato di essere stato "messo a mangiare di fianco a dei gay e a un ragazzo in carrozzina". Proprio in merito a questo fascicolo, la ristoratrice titolare del locale "Le Vignole" di Sant'Arcangelo Lodigiano, è stata convocata sabato dai carabinieri, con i quali la donna ha dialogato il giorno stesso. Lo scopo di quell'incontro era risalire all'autore della recensione, e non accertarne l'autenticità, che nel frattempo era stata messa in discussione sui social.

Poche ore dopo, alle 4 del mattino di domenica, Pedretti si è allontanata da casa senza più farvi ritorno. Al mattino il marito ha lanciato l'allarme, visto che quel comportamento non era usuale nella moglie, e in serata il cadavere della ristoratrice è stato ritrovato sulle sponde del fiume Lambro. L'ipotesi più accreditata è al momento il suicidio, anche alla luce dei rilievi effettuati sull'auto della donna, ritrovata poco distante e sporca di sangue sia dentro che fuori.

Le indagini, nonostante tutto porti al gesto volontario, non tralasciano nessuna ipotesi al momento e verrà effettuata anche l'autopsia sul corpo della donna, per avere maggiori indicazioni sulle cause della morte. Approfondimenti tecnici verranno svolti anche su telefono e computer in uso alla donna, mentre sono già stati sentiti familiari e conoscenti per comprendere cosa possa averla eventualmente spinta al gesto estremo. Verranno analizzati anche i commenti negativi ricevuti da Pedretti dopo lo scoppio del caso per capire se possa essere stata eventualmente l'ondata di critiche a spingere la 59enne al gesto estremo.

Non ci sono sicuramente ragioni economiche dietro il possibile gesto estremo, perché il locale, per quanto non fosse di grandi dimensioni, con i suoi 13 tavoli era sempre pieno a pranzo e a cena.

Era un punto di riferimento per la comunità locale e nessuno avrebbe mai potuto credere che sarebbe arrivata a tanto, nonostante la disgrazia pochi anni prima di suo fratello, morto suicida nello stesso periodo di gennaio. Pare che Pedretti avesse dei tagli sui polsi al momento del suo ritrovamento ma saranno l'autopsia e le indagini a fornire indicazioni più sicure sulla sua morte.

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