Le avrebbero tassativamente vietato sia di fidanzarsi che di sposare in futuro qualunque ragazzo italiano, consentendole di incontrare solo uomini originari della Macedonia (meglio se musulmani praticanti). E sarebbe stato questo uno dei motivi principali, insieme ai presunti maltrattanti subìti (percosse incluse) come ritorsione per la sua condotta di vita giudicata "troppo occidentale", ad indurla a scappare da casa lo scorso dicembre e a denunciare i propri genitori. È stata la stessa ragazza di 18 anni protagonista della vicenda a raccontare la sua storia al giudice nel corso dell'incidente probatorio, nell'ambito del procedimento che vede indagati i due coniugi per maltrattamenti nei suoi confronti. Stando a quanto riportato dalla stampa locale la giovane, nata e cresciuta in una famiglia macedone di religione musulmana, aveva denunciato sia il padre che la madre sul finire dello scorso anno.
E qualche ora fa, nella stanza per l'ascolto dei minori, la giovanissima vittima ha aggiunto una nuova pesante accusa a quelle già rivolte alla coppia: i suoi genitori non vedevano affatto di buon occhio una sua eventuale relazione con un giovane italiano e anche per questo si sarebbero più volte intromessi nella sua vita privata, mettendole talvolta le mani addosso. A prendere quindi l'iniziativa sarebbe stata proprio la ragazza, esasperata a suo dire dal fatto che i familiari non approvassero la sua voglia di emanciparsi e di vivere secondo schemi che consideravano evidentemente "troppo occidentali" (e troppo lontani dai precetti dell'Islam). Questi ultimi si sarebbero spesso messi di traverso anche quando si trattava di incontrare le amiche e divertirsi, vietandole di uscire. I litigi sarebbero stati all'ordine del giorno, per molteplici ragioni riguardanti anche il futuro stesso dell'adolescente. Lei avrebbe a quanto pare voluto continuare a studiare e magari iscriversi all'università, mentre i genitori l'avrebbero prima indotta a cambiare scuola e poi ad abbandonare in via definitiva anche il nuovo istituto scolastico che aveva iniziato a frequentare per cercarsi un lavoro.
Costrizioni che la diciottenne avrebbe vissuto malissimo, con le discussioni fattesi sempre più violente e frequenti. Al punto da indurla, poco prima dello scorso Natale, a scappare da casa e presentarsi dai carabinieri per denunciare la situazione che stava vivendo (e che per lei si era evidentemente fatta insostenibile). Da allora vive in una struttura protetta sconosciuta ai genitori, per i quali è intanto scattata la misura del divieto di avvicinamento. Per loro l’accusa è come detto di maltrattamenti in famiglia, aggravati dal fatto di averli commessi nei confronti di una ragazzina che fino a pochi mesi fa era minorenne.
Anche se, tramite il loro avvocato, i coniugi continuano a respingere le accuse: hanno ribadito di averla punita, ma hanno negato le percosse e le costrizioni da lei denunciate e hanno fatto presente di essere musulmani non praticanti. A breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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