James Cutfield, il comandante del Bayesian affondato davanti alle coste di Palermo lo scorso 19 agosto, non ha risposto agli inquirenti che lo hanno interrogato nel pomeriggio di ieri in merito al naufragio ma non vuole essere accostato al comandante Francesco Schettino, che ha abbandonato la nave Costa Concordia. Alcune persone che lo hanno visto in questi giorni, le cui parole sono state riportate dal Corriere della sera, riferiscono che Cutfield ripete ossessivamente di aver provato a salvare quante persone possibili prima di lasciare la barca. Avrebbe lasciato il Bayesian solo quando l'acqua aveva ormai invaso gli spazi e reso impossibile andare nelle cabine.
La domanda che si pongono gli inquirenti in merito ai superstiti è una: come hanno fatto a salvarsi più membri dell'equipaggio che passeggeri? Se il dovere dei vari professionisti che operano a bordo di una barca (o una nave) è quello di mettere in salvo i passeggeri, perché su 10 membri dell'equipaggio si sono salvati in 9 e su 12 passeggeri si sono salvati in 6? Qualcosa di sbagliato è stato fatto in quei minuti e il compito degli inquirenti è capire cosa. Il comandante è indagato per disastro e omicidio plurimo colposo ma nel registro degli indagati adesso è stato iscritto anche l'ingegnere Tim Parker Eaton, responsabile della sala macchine del Bayesian, per concorso nel naufragio del veliero e nell'omicidio colposo. Anche per il primo ufficiale Tjis Koopmans, olandese, e il marinaio di guardia in plancia, Matthew Griffiths, è stata disposta l'iscrizione. Si tratta di atti da compiere prima dell'autopsia, per dare loro il diritto di nominare i propri consulenti in vista del compimento di "atti irripetibili". Tuttavia, al momento è stato iscritto solo il marinaio di guardia.
A Parker Eaton viene contestato di non avere controllato il funzionamento dei dispositivi di sicurezza che chiudono i portelloni e azionano i compartimenti stagni mentre, al primo ufficiale, di non avere disposto, in concorso col comandante James Cutfield, i dispositivi necessari a evitare il naufragio. A Griffiths, invece, viene contestato di non aver dato l'allarme quando si stava avvicinando la tempesta. "Al di là dei bollettini, chi fa questo mestiere conosce bene i rischi quando arriva un fronte freddo sopra un mare così caldo.
Era da giorni che ci scrivevamo di stare attenti perché poteva scatenare fenomeni violenti e improvvisi", spiega Dudi Coletti, che fa riferimento a una chat in cui sono iscritti numerosi capitani che operano nel Mediterraneo. Ma, a parte questo, ha aggiunto che "a Porticello è successo qualcosa di imprevedibile".
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