I punti chiave
La Procura generale di Roma ha sollecitato una condanna a 23 anni e nove mesi per Lee Elder Finnegan e a 23 anni per Gabriel Natale Hjorth, i due americani accusati dell'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso nel quartiere Prati a Roma il 26 luglio del 2019. Nella requisitoria di questa mattina, il sostituto procuratore generale Bruno Giangiacomo ha evidenziato i rilievi posti dalla Cassazione che per i due imputati californiani aveva disposto un nuovo processo di secondo grado, annullando per Elder la condanna a 24 anni con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale mentre per Hjorth, condannato a 22 anni, l'annullamento con rinvio riguarda l'accusa di concorso in omicidio.
Il pg: "Hanno agito insieme"
In aula, davanti ai giudici della Corte di Assise d'Appello di Roma, stamattina erano presenti entrambi gli imputati, con i loro familiari ad assistere all'udienza tra i banchi, e la moglie del carabiniere. Il pg ha ribadito la richiesta di condanna per l'accusa di concorso in omicidio per Natale Hjorth. "Sapeva che Elder aveva con sé un coltello da 18 centimetri, non si sottrae allo scontro con i due militari e lui, che è italoamericano, sa che i due sono carabinieri - ha sottolineato il sostituto procurate - Natale, prima di fuggire insieme a Elder, dice 'è abbastanza', quindi ha capito che è successo. Subito dopo l'omicidio infine, in albergo, Natale aiuta Elder a nascondere il coltello insanguinato". Quanto ad Edler, il rappresentante della Procura Generale ha chiesto di far cadere l'aggravante della resistenza a pubblico ufficiale, sollecitando una riduzione della condanna a 3 mesi. "Non ci sono elementi per stabilire che Elder conoscesse la parola 'carabinieri'", ha precisato il pg.
Le condanne
In primo grado i due statunitensi furono condannati all'ergastolo. Successivamente, la Corte di Assise di Appello aveva ridotto l'entità della pena condannando Finnegan Lee Elder a 24 anni e Gabriel Natale Hjorth a 22.
Gli avvocati degli imputati avevano presentato ricorso, ma i giudici della prima sezione penale della Cassazione avevano annullato con rinvio a una nuova sezione della Corte d'Appello di Roma le sentenze di secondo grado.
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