
Bufera sul Comune di Milano. L'inchiesta della Procura della Repubblica sulla gestione dell'Urbanistica nel capoluogo lombardo subisce questa mattina una brusca accelerata. Finora i pm guidati dal procuratore Marcello Viola avevano contestato ai funzionari comunali solo violazioni urbanistiche, e avevano proceduto lasciando gli indagati a piede libero. Ora invece scattano gli arresti: finisce ai domiciliari Giovanni Oggioni, per anni alto burocrate dello Sportello unico per l'edilzia, il cuore delle concessioni di permessi a costruire. A Oggioni vengono contestati reati gravi: corruzione, falso, depistaggio.
Tre le architravi della nuova accusa: la concessione di permessi edilizi facili, sulla base di semplici autocertificazioni, che aumentavano a dismisura le volumetrie, non era un favore disinteressato alle aziende costruttrici, ma veniva ricompensato in natura con una consulenza, da una delle associazioni dei costruttori, l'Assimpredil guidata da Regina De Albertis, che viene perquisita stamattina (ma non è indagata); per consentire e la moltiplicazione dei volumi Oggioni avrebbe alterato i progetti presentati; e soprattutto dopo l'inizio delle indagini della Guardia di finanza avrebbe cercato di modificare le password dei cloud dove sono custoditi i dati, in modo da ostacolare gli accertamenti degli investigatori.
È un duro colpo alla giunta di Beppe Sala, che appena due giorni fa in una lunga intervista al Foglio aveva rivendicato lo sviluppo verticale della città come scelta della sua amministrazione, aveva difeso l'operato dei suoi uffici e aveva sostenuto che nelle indagini della Procura non emergevano episodi di corruzione. Ora lo scenario cambia: e la svolta - come sottolineano gli investigatori - avviene proprio mentre il Senato si prepara a discutere il decreto Salva Milano, invocato da Sala come strumento per impedire il blocco dello sviluppo economico della città, e che potrebbe - fornendo una interpretazione autentica delle norme sulle ristrutturazioni - disinnescare le indagini della Procura per abuso edilizio.
Dalle intercettazioni della Procura emerge un dettaglio sconcertante: Oggioni e gli altri indagati non si sarebbero limitati a tifare per l’approvazione del decreto ma avrebbero contribuito direttamente alla sua stesura: il capo della commissione paesaggio Emilio Cerri chiama in causa il ministro Tommaso Foti dicendo «che ha dato lui il testo al relatore del disegno di legge, onorevole Tommaso Foti, in accordo con Guido», cioè con Giudo Bardelli, assessore alla casa del Comune di Milano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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