All'asta le auto di Elena Ceste. "Il ricavato servirà per gli studi dei figli"

L'asta si svolgerà in via telematica il prossimo 17 maggio. Il ricavato delle vendite servirà per aiutare negli studi i figli della coppia. Buoniconti fu condannato 9 anni fa per l'omicidio della moglie

All'asta le auto di Elena Ceste. "Il ricavato servirà per gli studi dei figli"

Le auto di Elena Ceste e Michele Buoniconti sono state pignorate e messe all'asta. Stando a quanto apprende il Corriere.it, si tratta della Peugeot 205 utilizzata dalla donna, trovata senza vita in un canale del Rio Mersa a Costigliole d'Asti (Piemonte) il 18 ottobre del 2014, e la Golf della marito (l'ex vigile del fuoco fu condannato a 30 anni di carcere con l'accusa di aver ucciso e occultato il cadavere della moglie). Il ricavato delle vendite servirà per aiutare i figli della coppia negli studi.

L'asta

L'avviso è stato pubblicato sul portale delle aste giudiziarie. Ai prezzi base d'asta fissati per le due vetture, che si trovano in via Pancrazio 10 a Costigliole d'Asti, dove la coppia viveva assieme ai quattro figli, si possono fare rilanci minimi di 100 euro. Le auto, la Pegeout 205 di Elena e la golf di Michele Buoniconti, sono state pignorate nell'ambito della procedura civile intentata dai legali dei genitori della 37enne, che sono stati nominati tutori legali dei nipoti. A seguito della condanna per l'omicidio della moglie, diventata definitiva 9 anni fa, il tribunale di Asti aveva emesso una sentenza di "indegnità" nei confronti dell'ex vigile del fuoco. L'uomo aveva ereditato un terzo dei beni della moglie. Gli avvocati Tabbia e Zaro, che hanno assistito la famiglia Ceste nel processo per l'omicidio, si erano battuti affinché i figli della coppia fossero gli unici eredi del patrimonio matrimonio. Richiesta che nel 2020 era stata accolta dal tribunale di Asti.

Il caso di Elena Ceste

Elena Ceste, 37 anni, scomparve dalla frazione di Motta, a Costigliole d'Asti, il 24 gennaio del 2014. Rientrato a casa, dopo aver accompagnato i figli a scuola, Michele Buoniconti trovò i vestiti della moglie in giardino. Sulle prime gli inquirenti ipotizzarono l'allontanamento volontario della donna che, la sera prima di sparire, aveva manifestato un disagio psicologico. Col passare del tempo, le indagini presero una piega diversa e i sospetti si addenserano sul marito della vittima. Il corpo senza vita della 37enne fu ritrovato 8 mesi dopo la scomparsa in un canale di scolo del Rio Mersa, non lontano dall'abitazione.

Buoniconti fu arrestato nel 2015 con l'ipotesi di reato per omicidio e occultamento di cadavere. Nel maggio del 2018 la Corte di Cassazione confermò la condanna a 30 anni di reclusione per l'ex vigile del fuoco che, dal suo canto, si è sempre professato innocente.

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