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Processo Ste, la Cassazione conferma la condanna per Verdini e gli altri imputati

La sentenza degli Ermellini sulla bancarotta della Società Toscana di Edizioni. L'ex senatore e gli altri imputati condannati definitivamente

Processo Ste, la Cassazione conferma la condanna per Verdini e gli altri imputati
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La Corte di Cassazione ha confermato ieri le condanne a Denis Verdini e agli altri imputati per la bancarotta della Ste, la Società Toscana di Edizioni, che fino al 2012 è stata l'editrice del Giornale della Toscana ed è stata poi dichiarata fallita nel 2014. La decisione della quinta sezione arriva nonostante due giorni fa il Pg della Cassazione Pasquale Fimiani avesse chiesto l'annullamento della sentenza emessa a maggio dello scorso anno dalla Corte d'Appello di Firenze. Secondo il procuratore generale, era necessario un appello-bis per rivalutare alcuni degli episodi contestati relativi all'accusa di bancarotta e per considerare l'avvenuta prescrizione di due dei capi di imputazione. Ma per i giudici della Corte suprema, invece, i ricorsi degli imputati sono stati considerati inammissibili.

Diventano dunque definitive dopo un iter giudiziario durato nove anni le condanne per l'ex parlamentare di Pdl, Fi e Ala, Denis Verdini (cinque anni e sei mesi), e per l'ex deputato azzurro Massimo Parisi (cinque anni), come pure quelle degli ex amministratori della società editrice Gianluca Biagiotti, Pierluigi Picerno e Girolamo Strozzi Majorca (tre anni). Si tratta della seconda condanna definitiva per Denis Verdini dopo la sentenza per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino, l'istituto di credito di Campi Bisenzio del quale l'ex parlamentare è stato a lungo presidente, banca poi finita al centro di un'inchiesta dopo essere stato commissariata da Bankitalia nel 2010.

La Cassazione, all'inizio di novembre di tre anni fa, aveva infatti confermato la condanna a sei anni e sei mesi per il fondatore di Ala, che si era subito presentato in carcere a Rebibbia per scontare la pena - in piena pandemia da Covid 19 - prima che gli venisse concessa la detenzione domiciliare nel suo domicilio di Firenze per motivi di salute.

Il no della quinta sezione alla richiesta del Pg - che come detto nella requisitoria voleva l'annullamento della sentenza emessa nel 2022 e un appello bis - apre invece le porte del carcere a Massimo Parisi, già deputato con Forza Italia, Pdl, Ala e Scelta Civica, in quanto la pena detentiva per l'ex politico è superiore a 4 anni e non è di conseguenza prevista la sospensione dell'ordine di esecuzione. Il pm, al termine del processo di primo grado nel 2018, aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni (e 3 per Verdini), ma la sentenza del Tribunale aveva più che raddoppiato la condanna.

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