"Questa è la fotografia del movente". In aula le prove della premeditazione di Turetta

Domani è attesa in aula la testimonianza di Filippo Turetta, imputato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Quali sono le tesi di accusa e difesa

"Questa è la fotografia del movente". In aula le prove della premeditazione di Turetta
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C’è stata o non c’è stata premeditazione nell’omicidio di Giulia Cecchettin? È questa la domanda chiave che dovranno porsi i giudici al processo, che prosegue domani con la testimonianza in aula dell’unico imputato, Filippo Turetta, il 23enne che ha confessato di aver ucciso la ex l’11 novembre 2023.

Dalla parte dell’accusa per sostenere l’ipotesi della premeditazione, ci sono tra le altre cose i vestiti che il giovane aveva in auto quando venne fermato in Germania sei giorni dopo il delitto: vestiti di ricambio, due coltelli ritenuti l’arma del delitto, dei sacchi neri con i quali si ipotizza l’occultamento del corpo, lo scotch che si pensa sia stato usato per imbavagliare Giulia, denaro contante e borsa con cibo che avrebbe consumato nella strada percorsa verso la Germania.

Di contro ci sono le tesi della difesa, tutte presenti nell’interrogatorio reso da Turetta, che ha affermato agli inquirenti di portare sempre con sé un cambio di abiti da montagna “per ogni evenienza” così come sacchi e sacchetti, di avere i coltelli a causa di “istinti suicidi”, mentre lo scotch sarebbe stato in vista della festa di laurea di Giulia. Turetta sostiene inoltre di aver prelevato “circa 300 euro per fare shopping se mai ci fosse servito qualcosa”, e di portare sempre “patatine, dolcetti, e bevande”.

Durante la trasmissione Ore 14 hanno mostrato alcuni appunti di Turetta in cui il giovane annotava dove Giulia era seduta, rispetto alla sua posizione, a lezione o a mensa. “Questa è la fotografia di una mente gravemente deficitaria, ossessiva nel controllo, con aspetti esclusivamente legati a sé. È la tipica mente di un narcisista ossessivo grave, veramente grave. È una foto, quello che c’è nella mente di questo ragazzo lo stiamo guardando”, ha ha commentato in studio la criminologa Roberta Bruzzone.

Già il 2 dicembre 2022, Turetta scriveva a Giulia che, se fosse uscita con un’amica, la cosa avrebbe prodotto “gravi conseguenze”. Mentre l’11 febbraio 2023 invia alla futura vittima questo messaggio: “Mettitelo in quella testa, tu ti laurei insieme a me e io insieme a te, o questo o nient’altro, la tua vita dipende dalla mia, mettiti in testa s… che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi, ridicola smettila di pensare alla tua inutile carriera. Che se la mia finisce la tua non vale niente”.

Lapidaria anche stavolta Bruzzone: “Questa è la foto del movente.

Questo è esattamente quello che è successo nella sua testa quando ha progettato di ucciderla. Parliamo di mesi prima. E quando lei decide di violare il diktat - e quindi va avanti con gli esami, si laurea e lui no - è lì che scatta l’armageddon”.

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